Vinicio Capossela chiude il Festival Contamina di Piombino (LI)

Si è concluso sabato il Festival Contamina, festival dedicato alle arti performative e alla contaminazione tra linguaggi artistici, svoltosi nella suggestiva cornice di Piombino (LI).

Il Festival, arrivato alla sua ottava edizione sotto l’egida della direttrice artistica Chiara Migliorini, si è svolto per tre intense giornate (giovedì, venerdì e sabato) ed è stata l’occasione per tornare a fare arte dal vivo attraverso le sue diverse forme di espressione: musica, danza, voce, parole, corpo. Tre giornate di dibattiti, confronti aperti al pubblico, spettacoli (tra cui “Coppa del Santo” de “Gli Omini” e “Lost in chaos”, performance di teatro danza con Chiara Migliorini, Benedetta Rustici e Romina Zago ovvero me medesima), laboratori, installazioni sonore e fotografiche. Un momento importante per la comunità ma anche per gli artisti e il loro bisogno di tornare sul palco, dopo il periodo di lockdown, per portare in scena le loro performance ma anche la loro esperienza, le loro riflessioni di questi ultimi mesi. Il festival, infatti, ha avuto come valore aggiunto rispetto alle precedenti edizioni momenti di approfondimento formativo ma anche dialogico grazie ai workshop tenuti da Francesca della Monica, Claudio Collovà e Peppe Coppola e ai dibattiti che hanno visto la partecipazione dei rappresentanti della cultura e delle istituzioni, alla ricerca di un confronto per trovare nuovi spazi di collaborazione, costruzione e realizzazione. L’edizione 2020 ha cercato quindi di dare voce al mondo degli artisti e dei lavoratori dello spettacolo dal vivo che, a causa dell’emergenza sanitaria, ha subito uno stop ed è stato costretto a ripensare le dinamiche del sistema culturale. Proprio la giornata di sabato ha visto il dibattito “Cultura e lavoratori dello spettacolo dal vivo”, una tavola rotonda moderata da Chiara Migliorini con la partecipazione di Francesca Della Monica, pedagoga e filosofa della voce, Gianni Morelenbaum Gualberto, critico musicale, Claudio Collovà, regista e autore teatrale, Yosuke Taki, artista e scrittore, l’attrice Elena Fioretti, Marta Finazzi, artista e performer circense, Dario Canal, cantautore in rappresentanza del Coordinamento toscano dei Lavoratori e Lavoratrici Professionisti dello Spettacolo e del Coordinamento M.U.S.I.C.A. Il dibattito è stato un approfondimento e un confronto sulla condizione dell’artista, sulle proposte di tutela e valorizzazione per garantire il suo percorso creativo, un modo per dare voce alla quanto mai necessaria riflessione che il lockdown ha determinato. Un necessario recupero di quell’equilibrio tra uomo, natura e tecnica che Yosuke Taki ha ben descritto nel suo contributo.

Dopo l’esibizione del Teatro nelle Foglie, è stata la volta di Vinicio Capossela, attesissimo, con il suo “Pandemonium. Narrazioni, piano, voce e strumenti pandemoniali”, in una location “rinnovata” per l’occasione, quella del Piazzale d’Alaggio, mai utilizzata fino a ieri per concerti. Sotto la luna e al canto del mare, Vinicio ci regala il suo mondo, vestito di abito rosso fuoco (stirato, peraltro, perfettamente dal mio coiffeur Evandro), una danza di cappelli e le melodie magnetiche di Vincenzo Vasi, polistrumentista tra i più prolifici della scena musicale.

Un Vinicio impeccabile, attento, evocativo nel disegnare le immagini della sua storia, del suo viaggio in cui lo abbiamo, in silenzio, seguito. Sopra a una zattera, alla scoperta di sirene, animali, amori e pianoforti, fino a scoppiare in piedi all’inno alla gioia de “L’uomo vivo”.

“Vinicio, grazie per il concerto!” questo il mio saluto, verso le 3:30 incrociandolo per strada.

Articolo e gallery a cura di Romina Zago

 

Vinicio Capossela

 

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