[So Sample] Musica e cucina. Alla ricerca dei samples davanti a un panino con lo chef Mocho

A cura di Carmine Errico

 

Tra i piaceri più belli della vita: il cibo, la musica e il sesso.
Di quest’ultimo ci occuperemo, magari, più in là. Per ora prendiamo in esame i primi due, sottolineando la forte connessione che c’è tra loro. Non avendo assolutamente dimestichezza con i fornelli, mi sono rivolto a colui che potrebbe farmi precipitare all’inferno, nel girone dei golosi:
Chef Mocho paladino del junk food.
Con una lunga esperienza alle spalle da musicista in un gruppo punk, è tra i volti televisivi più quotati di
Food Network. Il suo format “This is America” ha fatto sbavare in tanti davanti alla tv, e ancor prima su Youtube, dove continua a collezionare centinaia di migliaia di views. Quando l’ho visto per la prima volta, è stata quasi immediata la comparazione con Action Bronson, che prima di diventare il rapper che tutti conosciamo era un cuoco di professione. Anche la stazza e la fisicità hanno agevolato il paragone.
Ho quindi cominciato questo viaggio tra i samples, facendo ascoltare a Mocho un brano dello stesso
Action Bronson, “No Time“: “The joint rolled like a croissant, mad butter Golden brown” i riferimenti al food ed altre “attività ricreative” non mancano mai nei suoi testi. Ad ogni modo lui è il mio riferimento assoluto per lo stile dei contenuti: il suo approccio ‘Real’ al mondo del food è stato una delle più belle scoperte degli ultimi anni.
Mi ricordo che quando ho visto le prime puntate di ‘Fuck that’s delicious’ me ne sono completamente innamorato. Percepivi il cibo, la strada, la musica, l’amore. Le sue continue reference al cibo nella musica, le sue collaborazioni con locali di NYC da panico (quella con la gelateria  Morgenstern’s Finest Ice Cream è stata assurda): trovo sia tutto assolutamente perfetto. Bronsolino State of Mind”. “No Time” di Action Bronson rielabora il sample di “
Rain Rain Go Away” di Bob Azzam, brano leggendario pubblicato nel 1968 e contenuto nel disco “New Sounds“. La canzone non è altro che una cover di Lee Dorsey, realizzata l’anno precedente. Così come Action Bronson (statunitense di origini albanesi) anche Bob Azzam nasce in Egitto per poi piazzare bandierine, tra un successo e l’altro, in Italia, Francia e Germania. Per cui ho chiesto a Mocho, quanto in cucina, così come per la musica, siano importanti le contaminazioni. “Se non avessimo importato i pomodori dalle Americhe, oggi non avremmo la pizza: di cosa stiamo parlando? Come per quanto riguarda le varie declinazioni di cucina, anche tra tradizione e fusion per me non prevale nessuno dei due. Possono benissimo coesistere ed ognuno rafforza il senso dell’altro. Proprio ieri mi è capitato di mangiare uno stufato cinese in un ristorante di Milano, ed il proprietario presentandomi il piatto mi ha detto che ha cercato di reinterpretarlo perché voleva creare una sorta di Cazeula Cinese! Boom! Così come la mia carbonara Americana che nasce appunto per far storcere il naso e mettere in discussione tutto, ed ero sicuro che prendendo una carbonara, e farcendoci una focaccia con mortadella e burrata, ci sarei riuscito”.
E mentre mi parlava di carbonara, mi è venuto alla mente l’uovo, ingrediente fondamentale che – in una canzone dei Beastie Boys, “Egg Man” (‘Paul’s Boutique’, 1989) – viene celebrato come “simbolo della vita”: “Se ci pensi bene l’uovo è un elemento davvero strano: ha diversi utilizzi in cucina, dal dolce al salato, come protagonista o non, addirittura può trasformarsi e dare vita a creazioni dalle molteplici consistenze insomma, Wow! Io adoro le uova in tutti i modi ma a mio parere danno il meglio di loro in un hamburger sia sotto forma di Maionese che come uovo fritto semplice. Quando mordi e senti il sapore del tuorlo che avvolge tutto è goduria pura”. Ascoltando “
Egg Man” è semplice riconoscere il sample di uno pezzi più belli della storia della musica soul: “Super Fly” di Curtis Mayfield. La canzone dà il titolo all’album da cui è tratta, ed è ripreso dal film di cui è colonna sonora (tutti rilasciati nel 1972). Un altro pezzo di Mayfield, “Get Down” (1971), è stato successivamente inserito in un’altra soundtrack che con questa nuovo approfondimento di SoSample calza a pennello: “Soul Kitchen“, film in cui musica e cucina viaggiano di pari passo.
Ho quindi chiesto a Mocho quale musica preferisce ascoltare e soprattutto se gli piace farlo mentre prepara i suoi piatti: “Cucina e musica affondano le radici nella stessa gente e saziano anima e corpo. La musica è come sempre fonte di ispirazione: un piatto non è mai la sola somma esatta degli ingredienti, è molto di più; il tuo umore, la musica che ascolti, tutto influenza la cucina. Pizza fatta in casa e pop punk per me sono un vero e proprio must ad esempio”. Tra le culture che mettono in relazione uno stile alimentare (più sano, anche detto Ital), e la musica (in questo caso, reggae), c’è quella giamaicana. E un motivetto mi risuona in mente. E’ quello di “
Guess Who’s Coming to Dinner” dei Black Uhuru, canzone in cui la splendida voce di Mykal Rose sovrasta sul ritmo di basso e batteria di Sly & Robbie. Nel loro caso si parla di una tavolata per rasta su cui viene servito il loro cibo preferito, quello per la mente, il ‘brain food’. Ma ne approfitto per chiedere a Mocho cosa ne pensa di altri stili alimentari, come il veganesimo: “Io sono quel tipo di persona che divide il cibo in 2 categorie: quello che mi piace o non mi piace. Detto questo adoro assaggiare di tutto: ho provato ristoranti vegani a NYC che mi hanno letteralmente fatto impazzire, così come adoro mangiarmi una ribeye di wagyu. Trovo che il Crispy McBacon sia un panino straordinario, così come adoro mangiare i pomodori del mio orto d’estate. Ognuno è libero di immettere nel proprio organismo ciò che vuole, basta che lo fa sentire felice”. D’accordo con la sua risposta, gli faccio ascoltare l’ultimo brano della selezione. E’ il rifacimento di quello dei Black Uhuru, proposto dal nigeriano/svedese Dr. Alban che rielabora la canzone, insieme a Mykal Rose, per invitare a cena Carolina e corteggiarla (“I believe“, 1997). Beati gli uomini che san cucinare, penso! E gli chiedo se il fatto che la tv abbia esposto il ruolo del cuoco maschio, abbiamo aiutato a modificare gli equilibri tra l’uomo e la donna, in cucina: “Diciamo che a livello mediatico il ruolo di uomo e donna in relazione alla cucina è stato trattato in maniera parecchio differente: la donna viene sempre vista come “donna di casa” la casalinga indaffarata a cucinare per la famiglia. Mentre l’uomo viene quasi sempre mostrato come Chef, una vera e propria rockstar. Quindi più che riequilibrare a mio parere ha accentuato questa disparità”. Mi ha saziato con delle ottime risposte, io ho contraccambiato con buona musica. E ci siamo dati appuntamento davanti a un buon panino. Chiaramente lo preparerà lui.

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