[Live Report] L’arte totale di IOSONOUNCANE allo Sponz Fest 2021

© Sonia Golemme - IOSONOUNCANE @ Cortomuso, Livorno

Iosonouncane @ Sponz Fest 2021

MERCOLEDÌ 25 AGOSTO 2021 
Calitri (AV)

 

A cura di Giuseppe Visco

“Non bisogna avere timore del vuoto.  Il vuoto può anche essere una risorsa, a patto che non si trasformi in degrado e abbandono.  Il pieno respinge, il vuoto accoglie, soprattutto le idee.  Le aree interne vanno difese a partire dall’immaginario, perché se le perdiamo non abbiamo più rifugio. Questa potenzialità delle aree interne è emersa con forza in conseguenza della pandemia che, se da un lato ha messo in crisi il modello urbano, ha anche aperto nuove possibilità a luoghi in cui la geografia si è sempre imposta sulla storia.” Vinicio Capossela

Queste le parole con cui Vinicio Capossela ha presentato il programma dello Sponz Fest. Arrivato alla nona edizione, il festival si è imposto a livello nazionale come uno dei più interessati sotto tutti i punti di vista. Ideato e diretto da Vinicio Capossela lo “Sponz all’Osso – Manifesto per le aree interne” ha portato fra Calitri e Alta Irpinia il meglio della musica italiana e non solo. Nello specifico la prima serata, quella del 25 Agosto, ha visto sul palco dello Sponz – in località Gagliano – l’artista italiano più interessante: IOSONOUNCANE.

Prima dell’artista sardo, sul palco sono saliti i FRIESTK, band locale e dal nome molto interessante. Nel dialetto locale la parola “friestk” significa selvaggio, non ammaestrato ed è proprio quello che la band ha portato sul palco. Come loro stessi si definiscono “Siamo un ensemble indisciplinato non destinato al consumo di massa.” Hanno portato sul palco dello Sponz, in dialetto, canzoni che parlano del vissuto, della quotidianità, delle difficoltà. Anche delle difficoltà vissute durante i periodi di guerra e carestia, come ne testimonia la traccia “Pasta nera”. La pasta nera è stata una di quella pietanze che solo quelli un po’ più fortunati riuscivano a mangiare durante i periodi di carestia fra il 1945 e il 1949. La pasta veniva razionata ed era appunto nera e, una volta cotta, diveniva come colla. 

Dopo l’affascinante esibizione dei FRIESTK sul palco è salito IOSONOUNCANE, al secolo Jacopo Incani. Per “dissotterrare l’osso”, nessuno meglio dell’artista di origini sarde. Iosonouncane, classe 1983, ha pubblicato il suo terzo album IRA il 14 maggio 2021. Dopo DIE – pubblicato nel 2015 e indicato come l’album più bello del decennio – l’artista sardo ha regalato al suo pubblico un lavoro magistrale come IRA. L’album di IOSONOUNCANE è una risposta alla situazione musicale italiana che si è pian piano uniformata, producendo dei lavori che sembrano la copia l’un dell’altro. IRA, in un momento in cui il linguaggio gioca un ruolo fondamentale, conta di “una lingua momentanea, della necessità, fatta di errori e di un lessico occasionale, sradicato e confuso”. Alternando italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco e arabo, IRA è il sequel di DIE. Con DIE la narrazione era unica e si evolveva di traccia in traccia, con IRA, invece, l’ascoltatore si trova straniato e ad ogni brano aumenta la sensazione di alienazione dal mondo circostante. Ed esattamente questo è quello che IOSONOUNCANE ha portato sul palco dello Sponz: uno scenario mistico e buio – con attimi di luce – in cui il singolo diventa plenitudine. 

Un’ora e trenta, senza sosta, in cui l’artista ha messo in scena anche le iconiche “Buio” e “Tanca, raccogliendo il religioso silenzio della platea, ammaliata dallo spettacolo in scena.

Riassumendo IOSONOUNCANE: Gesamtkunstwerk

“L’opera d’arte totale può essere considerata come la somma di tutte le arti (poesia, musica, danza, architettura, pittura…), sussunte nella forma spettacolo.”

 

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