[Live Report] Mr. Rain ha trasformato il Fabrique di Milano in una bolla romantica e malinconica

Ha riempito il Fabrique di Milano Mr. Rain in occasione del suo concerto di giovedì 9 dicembre. Il ritorno live dopo due infiniti anni è reale, sempre più nitido e le emozioni dei fan (con mascherina e super green pass a portata di mano) incredibilmente tangibili. Durante lo show, prodotto da Vivo Concerti, il rapper bresciano ha finalmente presentato dal vivo i brani contenuti nel suo recente album “Petrichor“, uscito il 12 febbraio 2021 per Atlantic Records/Warner Music Italy.

Mr. Rain ha trasformato il Fabrique in una bolla romantica e malinconica come le sue canzoni, e come il mondo in cui vive dove trova l’ispirazione per scrivere i pezzi solo nei giorni di pioggia (da qui il nome d’arte scelto). Sul palco ha portato i suoi più importanti successi degli ultimi due anni: da “Fiori di Chernobyl” (doppio disco di platino) a “9.3” (disco di platino), senza tralasciare “Sentieri sulle Guance“, “A Forma di Origami“, “Meteoriti“, “Non Fa Per Me“, “Non C’è Più Musica“.

Immancabili nella scaletta i primi brani autoprodotti datati 2015, tra cui “Grazie a Me“, e alcuni tratti dall’album del 2018 “Butterfly Effect” (disco d’oro). A sorpresa è anche arrivato un ospite speciale, J-Ax, che nel 2020 ha voluto Mattia (vero nome di Mr. Rain) al suo fianco in “Via di Qua“, singolo contenuto nella riedizione del settimo album in studio “ReAle”. La canzone, tra le più trasmesse in radio lo scorso anno, ha risuonato forte e chiaro all’interno del Fabrique confermando la sua grande intensità e il significato su cui i giovani oggi si rispecchiano: dal testo emerge infatti la voglia di combattere contro un mondo cinico e fagocitante, vuole dar voce a chi si ribella non allineandosi alle regole imposte dalla società.

Mr. Rain ha fatto della musica il suo principale mezzo di comunicazione, ha attraversato momenti bui e ne è uscito lavorando su se stesso, buttando tutto nero su bianco da buon cantautore quale è. Il risultato sono pezzi autobiografici che parlano di sensazioni e di vissuto personale, non così lontano da quello dei suoi ascoltatori. Difatti, Mattia si può considerare tra gli artisti portavoce di una generazione di ragazzi romantici, ribelli e malinconici proprio come lui.