Venerdì 2 Settembre 2022
Trescore Balneario (BG)
Bum Bum Festival
ha presentato
Report a cura di Gabriele Rossi
Gallery a cura di Luca Gipponi
Bum Bum Fest è un contesto che dagli anni ‘90 ospita diverse realtà, indipendenti ed affermate, nazionali e internazionali, all’interno del bellissimo Parco delle Stanze di Trescore Balneario (BG), offrendo uno dei maggiori eventi musicali ad ingresso gratuito del Nord Italia che miscela ottima musica, passione e qualità ad un’organizzazione ben collaudata con l’obiettivo finale della solidarietà. La serata di Venerdì 2 settembre ha ospitato sul grande palco la band bergamasca Cornoltis e, per citare Helena Cornoltis (nome d’arte del cantante della band), “in chiusura” i Punkreas, gruppo punk rock, come suggerisce il nome, milanese che dal ’89 ad oggi ha accompagnato la scena musicale italiana realizzando ben 12 album in studio e un paio in live session.
La serata vede in apertura i Cornoltis, band dissacrante divenuta dal 2009 un riferimento della musica underground bergamasca che miscela ritmi in 4/4 taglienti ad una ricerca impetuosa di una lirica goliardica e sfacciata. La band, di chiara ispirazione “Eliofila”, abbraccia meticolosità e attenzione degli arrangiamenti musicali e una scrittura leggera e sfrontata: diventa impossibile non affezionarsi alla loro musica ben cadenzata e irriverente, in grado di raccontare dal quotidiano al fatto storico con una lettura meno ampollosa e romantica. Venerdì sera non sono mancati i momenti in cui la band si imponeva sul pubblico a loro modo, ponendo la firma sull’autenticità dei Cornoltis: Helena & Co riescono a rompere la barriera invisibile, se così si può definire, che si forma tra pubblico e artista, interagendo in un modo genuino e popolare, sfruttando l’arte dissacrante dell’ironia e del sarcasmo, e a tratti invitando il pubblico ad essere più critico e sveglio, spronandolo ad avere una cultura più ricca in grado di generare opinioni e analisi. Ciò permette loro di essere magnetici e a proprio agio sul palco. La nuova formazione, che prevede ormai da un anno l’ingresso di Matteo Caruso alla batteria e di Fabio “Fazz” Bergamelli alla chitarra solista, è sinergica, convincente e ben oliata, offrendo un suono più compatto, ricco, cattivo e riconoscibile ma “soprattutto” adatto al genere. Non mancano infatti poghi e circle pit al centro della venue. Uno show semplicemente divertente e pienamente soddisfacente, che sa essere a tratti “rude” e sfacciato, ma sempre irresistibile.
Terminato lo show, il cambio palco invita il pubblico a riprendersi dagli spintoni dei poghi vari e dalla sfrontatezza dei Cornoltis per far crescere il numero di occupanti. La conca nella zona palco, si riempie di “commensali” della band milanese che si dirigono come in adorazione verso la mastodontica bandiera con le tre “X” bianche che veleggia fiera sul fondale del palco. È arrivato il momento del Punkreas e la venue si carica: ne è entusiasta, preparata ed elettrizzata. Ed effettivamente i Punkreas, come pochi altre band italiane di quegli anni, rappresenta un araldo di tempi e voce fuori dal coro: rivalsa, ribellione e non adeguamento al sistema sono le caratteristiche principali del loro sound e lirica; elementi comuni con la maggior parte delle band di quegli anni (Articolo 31 su tutte). Lo show offerto dalla band si divide in due grossi capitoli: il primo è cadenzato da brani più recenti che ho trovato meno coinvolgenti rispetto all’intero del loro repertorio; il secondo, invece, ha presentato più corpo attingendo abbondantemente dagli album dei primi anni coinvolgendo maggiormente il pubblico, che si è scatenato nel circle pit più grande che il festival ha visto in questa edizione e ha cantato per intero a squarciagola. Effettivamente la seconda parte del concerto, che ha occupato prevalentemente il minutaggio a disposizione della band, è stato presentato in un modo più originale. Sebbene entrambi i momenti avessero un intro strumentale e parlato adeguato al contesto storico in cui i brani appartengono, la seconda metà è stata presentata come un ritorno agli anni 90, il cui rinforzo è arrivato dal cambio di abbigliamento e strumentazione da parte di tutti i componenti della band – eccezion fatta per ovvi motivi alla batteria. I Punkreas hanno diversi anni di esperienza da live alle spalle: i brani sono eseguiti alla perfezione, hanno appiglio sulla venue e non stancano. Il suono è pieno e ha un’ottima pasta: non ci sono frequenze assenti né un eccesso di note né sonorità. Un bellissimo Live, che mi permetto di incoronare con una “L” maiuscola.
In conclusione, è stato un concerto convincente dall’inizio alla fine. Divertente, esuberante e al tempo stesso serio, cadenzato d ai tempi giusti. Avanzo solo la critica di aver trovato un po’ ripetitivi e fuori luogo i continui discorsi filo politici eccessivamente ampollosi, che negli anni ’90 potevano avere più senso e ragion d’essere, diventando una nota stonata. È giusto volersene preoccupare e rimandare l’attenzione a questi argomenti così delicati, ma ritengo più corretto lasciare alla musica live la sua natura di coinvolgimento, divertimento e fuga temporanea dalla quotidianità.