Once Again: “gli anni venti” degli Estra

A cura di Renata Rossi

Agli albori degli anni novanta, spinti da una nuova ondata musicale proveniente da Inghilterra e America, in Italia nascono diverse rock band; le più note diventeranno Marlene Kuntz, Afterhours, Subsonica, Bluvertigo, Timoria, Almamegretta, ma tante altre faranno parlare di sé grazie alla capacità di dar vita a nuove sonorità in cui rock, punk, noise, si mescolano a tradizione e testi in italiano con risultati spesso straordinari, anche se non sempre con il meritato consenso di pubblico.
Tra le band di quegli anni spiccano senz’altro gli Estra, quattro ragazzi di Treviso, Abe Salvadori (chitarra), Eddy Bassan (basso), Nicola “Accio” Ghedin (batteria) e Giulio “Estremo” Casale, cantante e leader della band. Grazie a chitarre incisive, un drumming potente e testi taglienti, poetici, arrabbiati, riescono con la loro musica a lasciare un segno importante nell’ underground anni 90-2000. Dopo la pubblicazione di sei album, un Ep e di un live, nel 2003 la band si allontana dalle scene. Casale preferisce dedicarsi ai suoi progetti, al teatro, ad album solisti, gli altri abbandonano per un po’ la musica. Ma i fan non dimenticheranno mai i brani che hanno reso gli Estra tra i protagonisti indiscussi della scena indie rock.

E quegli anni non sono mai andati via del tutto, specie ultimamante si è assistito alla riscoperta del passato, alla rinascita dei vinili, al rifiorire di musica fatta alla vecchia maniera, in una sorta di risposta al conformismo moderno di suoni e produzioni.  Non credo sia un caso che proprio di recente i Subsonica abbiano fatto uscire un nuovo disco, che i CCCP (nati negli anni ’80) siano tornati insieme per un lungo tour iniziato a Berlino, o che i Marlene Kuntz stiano celebrando con un tour ovunque sold out il trentennale di Catartica, perla assoluta della loro discografia.
A completare questa festa, potevano mancare gli Estra?
Secondo me no…

Se nel 2014 avviene una sorta di “miracolo insperato”, un tour e una reunion, è nel 2020, durante un live, che tutto va oltre ogni immaginazione: il gruppo c’è ancora, i fan pure. Non resta che tornare insieme e rimettersi a lavorare su un album nuovo.

La band viene davvero circondata da una valanga di affetto e di stima da parte dei fan, che, in oltre 500, hanno partecipato al crowfunding tramite la piattaforma on line Produzioni dal Basso (PDB) per la produzione del disco. Una manciata di giorni e l’obiettivo è stato raggiunto e superato, sono stati raccolti oltre 32.000 euro. L’entusiasmo attorno ad un progetto del genere mostra come la band abbia seminato tanto in passato: Metamorfosi, Alterazioni, Nordest Cowboys sono album invecchiati benissimo e solo rivedere sul palco la grinta di Estremo vale tantissimo.

 

Il regalo degli Estra ai sostenitori è stato l’arrivo del premio con oltre un mese di anticipo: il disco “Anni venti”, che uscirà a maggio, è già arrivato a casa dei fan sotto forma di cd o Lp a seconda il formato scelto e in più, ai soli sostenitori, è stato inviato in versione mp3, E TUTTO È VERO, brano inedito che non uscirà nel disco.

Torniamo perché abbiamo 20 cose tutte nuove da dire, tanto nelle musiche quanto nei testi. Torniamo perché spirano venti più minacciosi, adesso. Lo vedi? Lo senti? Torniamo perché tutto chiama impegno, studio, approfondimento e fratellanza, e sorellanza in primis. Torniamo perché non c’è pace ovunque, e tantomeno qui. Torniamo perché se scrivi una canzone che a te sembra importante, o anche solo degna, riuscita, poi non vedi l’ora di farla sentire a Qualcuno, sperando poi che seguiranno veri abbracci multipli, la fine della solitudine, l’inizio di una comunità ideale, umana, solidale? Torniamo perché in questi anni ce l’hanno chiesto in tanti

Anni venti racconta la pericolosa analogia tra gli anni ’20 del novecento, contraddistinti da sangue, dittatura, fascismo e quelli di oggi in cui una deriva pericolosamente dispotica, priva di ideali e di umanità, sembra aver preso il sopravvento. I testi poetici, spesso ermetici di Casale diventano quanto più possibile diretti, espliciti, di denuncia.
Basti pensare solo al brano di apertura, Signora Jones (in un continuum con il brano del ’99 Signor Jones) in cui la voce recitante, affidata a Marco Paolini e trasportata dalla musica della Marcia Funebre di Mahler, denuncia fatti di cronaca orribili come l’uccisione di un barbone o la violenza fisica subita da una giovane donna, ignorati dai più. Questo è solo l’inizio, Fluida Lol tratta della libertà non concessa a chi si sente diverso, mentre la Title track è il rivivere oggi una realtà che purtroppo si ripropone ancora più dolorosa di un tempo.

Erano gli anni venti La regressività Le guerre tra gli ulivi La pace con i gas Erano gli anni venti Qualcuno ci lucrava Belin se ne fregava Coi Media domani Per tutti sarò una star!

Il Nero avvolge tutto
Il Nero intacca tutto
Il Nero sta con tutto
Il Nero è dappertutto
Il Nero, il Nero, il Nero..

E se i testi non raccontassero abbastanza, basta la copertina dell’album a tracciare il percorso del disco: troviamo una ragazzina con in mano un martello che sta per scaraventarsi contro un muro. Il muro è quello dei nostri giorni, che ci priva della libertà, della possibilità di poter scegliere. E oltre questo muro c’è un cielo rosso, simbolo della violenza, fisica e psicologica, cui siamo posti quotidianamente, della guerra, dei morti, della cattiveria umana cui sembra non esserci mai fine.

Musicalmente il disco è una tavolozza di colori: alcune volte a prevalere è l’energia, il suono di chitarre carico, granitico, suonato in pieno stile “Estra”, altre volte invece trova maggior spazio il lirismo, il canto che diventa preghiera, la voce allarmata, scossa, arrabbiata di Estremo.
Nel disco, prodotto da Giovanni Ferrario, da sempre vicino alla band, trova spazio, in “Notte poi“, la voce recitata di Pierpaolo Capovilla. Il brano chiude un cerchio: veniamo a sapere la triste fine che ha fatto la signora Jones, percepiamo la difficoltà del vivere in un mondo ingiusto con “Connessione e rete umana in down” in cui però “Gli ultimi umani siamo noi”, nel quale in definitiva esiste ancora una speranza e qualcuno capace di resistere.

In attesa delle date di un tour già annunciato dalla band, quello degli Estra è un gran ritorno, che dimostra  non solo quanto  hanno saputo costruire con la loro musica ma, per chi ne avesse dubbi, quanto siano capaci ancora oggi di toccare le corde dell’animo di chi li ascolta.

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