Intervista a Totò Miggiano: i primi vent’anni del GoaBoa tra presente e futuro

A cura di Antonio Bastanza

 

Il GoaBoa Festival 2017 è alle porte. Da giovedì 6 a martedì 11, artisti italiani e non solo, coloreranno con la loro musica uno splendido palco allestito nel cuore del porto antico di Genova.

Quali sono i segreti del successo di un festival giunto ormai alla sua ventesima edizione?

Nessuno meglio di Totò Miggiano poteva raccontarci i retroscena, la scelta di band di qualità, ma anche le criticità e i rischi che incontra un team di persone che lavora affinché tutto possa andare nel migliore dei modi.

20 Anni e non sentirli. Il Goa Boa è stato ed è uno dei festival più importanti d’Italia, capace da sempre di unire i favori del pubblico con scelte mai banali in fatto di artisti, rinnovandosi e rilanciandosi edizione dopo edizione.
Quanto è difficile riuscire a realizzare tutto questo in Italia?

Si tratta di una sfida emozionante, talvolta addirittura di scommesse, che non potremmo essere in grado di vincere senza il supporto e la fiducia del nostro pubblico. Questo ovviamente non basta ed è il motivo per cui abbiamo bisogno di testate come la vostra! Un particolare ringraziamento per aver riconosciuto la volontà di fare scelte “mai banali”: può sembrare un’ovvietà, ma l’indipendenza e il bisogno di rinnovamento continuo sono due punti determinanti delle nostre scelte artistiche.

 

Di tutti i live che sono stati protagonisti del Goa Boa in questi vent’anni qual è quello che non dimenticherai?

Vent’anni sono una bella avventura. In maniera naturale si tende sempre a mitizzare il passato: le prime edizioni restano impresse nella memoria di tanti come qualcosa di epico e gli aneddoti si sprecano, ma ad esempio anche la doppia di data di Manu Chao in Fiera nel 2008 è stata per noi molto particolare. Ma come non citare Morrissey, i Kings of Leon, i Phoenix
Quest’anno abbiamo voluto celebrare con un’edizione che fotografa al meglio il presente e guarda al futuro. Per dirla con un tag: abbiamo voluto prendere #Avereventanni alla lettera, proprio nel senso dei ventenni…
Non poteva mancare Samuel – amico di GB fin dalla prima edizione e protagonista di tante avventure insieme a noi coi progetti Subsonica e Motel Connection.

 

Come si organizza un evento della portata del Goa Boa, in cui all’indubbia qualità artistica è da sempre legato un prezzo degli ingressi a dir poco contenuto? Quali sono le maggiori criticità cui andate incontro? Quanta gente c’è dietro a lavorarci?

Si tratta di un lavoro che impegna un gruppo ristretto di persone per un anno intero. Nel periodo che anticipa il Festival si aggiungono un folto numero di collaboratrici e collaboratori, nuove e vecchie conoscenze che si ritrovano insieme per fare festival. La buona riuscita dipende da molti fattori e spesso quelli meteorologici possono mettere tutto a rischio fino all’ultimo momento, ma lo spirito del team e una preparazione meticolosa sono determinanti.

 

La location in cui si svolge il festival è assolutamente unica, l’arena del Mare al Porto Antico di Genova. Quanto è importante questo posto, e più in generale la città di Genova, per l’identità del Goa Boa?

Dopo anni trascorsi a riscoprire ex aree industriali siamo approdati in Arena già da alcuni anni, scommettendo sulla valorizzazione di un’area che rappresenta il cuore del Porto Antico e che rappresenta la migliore cartolina della città. I contenuti che abbiamo offerto negli anni hanno contribuito a plasmarne l’immagine e anche noi ci troviamo a nostro agio vicino all’acqua, specialmente vista la spiccata affinità con le acciughe di quest’anno…

 

Il Goa Boa è anche una fantastica vetrina per giovani talenti, con band poco conosciute ai più al momento del loro passaggio sul palco del festival che hanno poi preso il volo. C’è qualcuno di questi artisti cui sei rimasto più legato?

Potremmo citare un’infinità di esempi… quest’anno celebriamo una storia simile col ritorno di Samuel: proprio lui e i colleghi Subsonici erano già nel cartellone della prima edizione di Goa~Boa Festival!

 

Goa Boa è musica ma non solo: questo sarà il quarto anno di “Illustro”, che vede protagonisti disegnatori e illustratori tra i più bravi in italia. Ci racconti come è nata l’idea di questo connubio e come scegliete la “lineup” degli artisti ospiti della rassegna?

Illustro è un festival nel festival, un controcanto grafico a ciò che accade sul main stage con una programmazione artistica curata ancora una volta dal bravissimo Alessandro Parodi (consigliamo caldamente il suo lavoro “Un fatto umano” del 2011 pubblicato per Einaudi insieme a Fabrizio Longo e Manfredi Giffone) e dallo Studio Rebigo. Gli artisti vengono selezionati per attinenza col programma musicale della serata e si esibiscono in un live painting su maxischermo a contatto col pubblico, nel cuore del Goa~Boa Village.
Gli ospiti di quest’anno sono: Emanuele Racca, Capitan Artiglio, Francesco Guarnaccia, Pablo Cammello, Sergio Olivotti e Elisa Macellari.
Vi aspettiamo!!

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