Arrivano i Dunk, il sogno di Dinamite del rock italiano

A cura di Paolo Cunico

(Woodworm Label/distr. Artist first)

 TRACKLIST

  1. Intro
  2. Avevo Voglia
  3. Mila
  4. È Altro
  5. Spino
  6. Ballata 1
  7. Amore Un’altra
  8. Stradina
  9. Ballata 2
  10. Noi Non Siamo
  11. Intermezzo

 

Uscito il 12 Gennaio scorso per Woodworm Label, distribuito da Artist first e promosso da Big Time ufficio stampaDunk è il disco d’esordio dell’omonima band formata da Ettore e Marco Giuradei, Carmelo Pipitone e Luca Ferrari.

In Dunk convivono molte anime diverse, o meglio, molte diverse sfaccettature e sfumature della stessa anima, della stessa personalità, proprio come succede dentro ognuno di noi. Questa è una considerazione che si riflette, sia nei testi che nella musica, che qui, in maniera inequivocabile, non è solo mezzo per suscitare emozioni ma è essa stessa influenzata dalle emozioni di chi l’ha composta.

Proprio come una persona decide di ascoltare musica diversa in base al proprio stato d’animo, i Dunk trasmettono diversi stati d’animo attraverso le canzoni, contemplando sensazioni che vanno dall’euforia alla malinconia.

Ci sono l’esuberanza e la ferocia della batteria di Luca Ferrari, la malinconia della voce e dei testi di Ettore Giuradei, sapientemente accompagnati dalle tastiere e dalle chitarre di Marco Giuradei e Carmelo Pipitone.

Questa splendida sinfonia si può apprezzare fin dall’inizio del disco con la traccia Avevo Voglia, una canzone energica, dove la batteria picchia forte e le chitarre ruggiscono, lasciando però lo spazio alla calma e alle suggestioni create dalle tastiere per poi riesplodere di nuovo in un “sogno di dinamite”.

L’intero album scorre fluido, una canzone dopo l’altra, senza pause o interruzioni in un’unica grande opera rock che gioca con le sensazioni. Difatti, dopo l’esplosione iniziale, si passa a Mila, una pausa riflessiva che cresce nel finale per prepararci alle prossime due cannonate, È altro Spino.

Sono due canzoni d’amore, violente, schiette e brutali dove ogni colpo di rullante suona come una sentenza, impregnato della voglia di riscatto di una persona incompresa, che vede il mondo in modo differente da chiunque altro, come il protagonista delle canzoni.

Un momento emblematico di questa rabbiosa commistione è la parte finale di Spino dove il suono deflagrante accompagna le seguenti parole:

“che s’addormenti l’anima un momento

che diventi tomba del pensiero

e che sia solo madre

madre del piacere

morte del rimorso

in attesa dell’amore

quello vero

che trasforma la realtà che non è un gioco

*l’armonia che vince di mille secoli il silenzio* “

Nota:*…*da “Dei Sepolcri” di U. Foscolo

Un urlo carico di voglia di rivalsa, ma al tempo stesso di voglia di arrendersi alla frivolezza e di smetterla di essere prigionieri del proprio senso di colpa, potendo finalmente comportarsi come tutte quelle persone che ci hanno arrecato dolore nella nostra vita.

Questi sono i Dunk, sono schietti, sinceri e parlano direttamente a quella parte dell’anima che più è in contatto con la nostra carne, il nostro essere animali. Dunk è un disco che dice tutte quelle cose che avremmo voluto dire, ma non abbiamo mai detto in virtù di un rispetto o di una premura nei confronti di coloro che invece non hanno mai avuto remore nei nostri confronti.

 

CONCERTI

  • 09/02/18 Brescia Latteria Molloy / Albori d’inverno
  • 10/02/18 Livorno The Cage
  • 17/02/18 Firenze Glue
  • 23/02/18 Sant’Egidio alla Vibrata (TE) Dejavu
  • 24/02/18 Frattamaggiore (NA) Soundmusic club
  • 08/03/18 Bologna Locomotiv
  • 10/03/18 Modena Off
  • 17/03/18 Milano Serraglio
  • 24/03/18 Foligno (PG) Supersonic
  • 31/03/18 Arezzo Karemaski
  • 06/04/18 Bergamo Druso
  • 07/04/18 Rovereto (TN)  Smartlab
  • 12/04/18 Roma Monk
  • 14/04/18 Corneliano d’Alba (CN) Cinema Vekkio
  • 25/04/18 Torino sudore | X Resistenza – sPAZIO211

 


 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.