Tra tulipani e mulini a vento: intervista ai Virtual Time

© Matteo Leonardi

 

Il viaggio e il tour dei Virtual Time procede alla grande.
Il nostro Matteo Leonardi, che sta seguendo la band in questa esperienza incredibile, ha pensato di fare una chiacchierata con la band e di farceli conoscere un po’ meglio.

Non sono mancate risate e divertenti sorprese!

 

© Matteo Leonardi

 

Domanda ZERO.
Qual’è la domanda che non vi hanno mai fatto?

Virtual Time – Cosa pensate mentre suonate?
Filippo Lorenzo Macellin – Ricordarmi quale pedale devo usare in un determinato momento e le dinamiche che comporta tale azione. A volte penso al testo. Nella vita porto gli occhiali, sul palco no: quindi mi chiedo quanta gente effettivamente c’è oltre a quella che riesco a vedere. Il mood del brano e in generale quello che devo dire nelle pause tra un brano e l’altro.
Alessandro Meneghini – alla… eee.. f**a !? Penso alle dinamiche che deve avere la canzone che sto suonando. Diciamo che ogni canzone (alcune in particolare) mi trasmettono una determinata immagine, una certa storia, e quindi a volte penso di meno alla struttura e di più a quello che mi trasmette. Per farvi capire, Filippo, presentandoci una canzone ci spiega che il suono/tempo che deve avere il pezzo, per me è come se fosse una mega cicciona che balla, quindi io ogni volta che la suono immagino questa figura davanti a me e se che la canzone deve avere quella cadenza.
Marco Pivato– Mi isolo nel mio mondo, nulla mi tange. A volte penso alla struttura e mi canto il giro di basso. Quando sbaglio una parte, cerco di ripetere l’errore anche per le successive volte così da farlo sembrare giusto (tendenzialmente tutti noi usiamo questa tecnica).

Siamo qui con i Virtual Time che dopo questa domanda hanno rotto un po’ il ghiaccio (diciamocelo, già vapore dopo questa settimana di tour!) Loro al momento sono in tre: Filippo Mocellin (voce & chitarra) Alessandro Meneghini (Batteria & cori) Marco Pivato (bassista), ed il 4° membro che al momento a causa di un problema di salute lavora e supporta i VT da dietro le quinte (A.K.A. Gazzi).

 

Cercateli su Facebook! Ora qualche domanda per capire meglio la macchina Virtual Time e come mai sono finiti proprio in Olanda.

 

 

© Matteo Leonardi

 

 

Da cosa nasce la scelta del nome Virtual Time?

Virtual Time – Principalmente è un’idea del chitarrista (Gazzi) che ci ha presentato una serie di nomi e democraticamente quello che ci ha convinti di più è appunto VIRTUAL TIME. Il significato del nome può essere il viaggio spazio-temporale, collegato al fatto che la nostra musica si rifà molto agli anni ‘70.

 

Come nascono le vostre canzoni?
Per quanto riguarda il primo CD le canzoni sono nate spesso da molte JAM. In generale tutti i brani escono fuori dall’insieme delle idee di tutti i membri.

 

Qual è la critica che più avete apprezzato e quale di meno?
AM – “M’ispiri sesso quando suoni”
FLM – Più che un commento o critica, apprezzo veramente la risposta che da il pubblico ai nostri live.
MP – Quando capita che a fine concerto inizi a parlare con qualcuno del pubblico che ti dice: “sai che mi ricordi un po’ quel gruppo o quel determinato artista”, nomi mai sentiti magari. Poi te li vai ad ascoltare e dici “cazzo che figata”. E lì ti accorgi che chi ascolta veramente è attento a quello che fai. In quel momento ci si sente soddisfatti.

 

Quali sono i gruppi/generi/persone nei quali ritrovate maggiore ispirazione?
FLM – come generi diciamo sicuramente il Rock, ultimamento sto cercando di ascoltare anche molto HIP-HOP. Poi cito sicuramente i Kings of Leon/ Chet Faker / Foals / David Crosby e gli Alabama Shakes.
MP – Pop Punk / bassista Green Day / per le melodie del basso: Paul Mc Cartney / John Deacon e il Prog.
AM – “F**A !?” / Sigur Ross / batterie dell’ Hip-Hop Italiano / John Bonham – Led Zeppelin

 

Come mai la scelta del tour in Olanda?
VT – In un primo momento c’era stata proposta la Russia, ma forse non eravamo ancora pronti! Poi è arrivata l’Olanda, che non avevamo nemmeno preso in considerazione. Però l’idea di fare un Tour al Nord era da un pò che ci balenava per la testa, e, vista la particolarità di questo posto, abbiamo subito accettato.

 

Ci spiegate qual è la differenza tra suonare in Olanda e in Italia?
VT – Allora intanto diciamo subito che là non sempre si fanno le 2/3 ore di concerto filate, ma 2 set da 45 min. Poi gli olandesi sono culturamente più predisposti ad accogliere la musica ed in generale puntano molto di più al live che all’acquisto del disco. Gentilezza e sorrisi non mancano mai, quindi ti senti veramente accolto e apprezzato!

 

Quali sono i paesi in cui siete passati? Quale vi è piaciuto di più e quale di meno?
VT – Siamo passati per Amsterdam – Schiedam – Rotterdam – Gorinchem – Bergen – Vaals. All’unisono vi possiamo dire che a tutti e tre ci è piaciuto davvero tanto Bergen che possiamo definire come il posto dove andare a vivere, immerso nella natura e veramente ben curato in cui ci si sente coccolati…E poi ha l’Oceano. Indubbiamente il miglior live del Tour.
MP & FLM – La nota negativa per Amsterdam è che ci è sembrata poco curata e troppo turistica, ti senti coccolato ma solo sotto a certi aspetti, tendenzialmente forse avevamo aspettative troppo alte.
AM – A me invece VAALS è il paese che mi è piaciuto un pò meno, forse per la tristezza in sé della giornata, perchè, quando eravamo lì, stava terminando questa nostra piccola avventura.

 

Cosa potete consigliare ad una band emergente che voglia intraprendere il cammino dei live o meglio ancora del tour?
AM – Darsi da fare sempre e comunque , sapersi adattare e dividersi bene i ruoli all’interno del gruppo.
MP – Cercare di crearsi un’immagine, differenziarsi rimanendo se stessi.
FLM – tante persone musicalmente la fanno facile, danno troppe cose per scontate, bisogna rompersi il culo. Bisogna crearsi una situazione attorno al gruppo ed è anche veramente importante avere supporto extra ai componenti; come l’importanza di un fotografo/videomaker o di una booking o ufficio stampa. Poi bisogna essere umili ed onesti. Ringraziate sempre!

 

Raccontateci l’aneddoto più divertente che è successo ai Virtual Time!
VT
– L’Olanda di per sé è un’aneddoto, Marco è da poco entrare a far parte dei Virtual Time, gruppo già avviato e questo tour ci è servito anche per consolidare la nuova formazione. Il personaggio che abbiamo identificato con il nome “Giacomo” (lo troverete in qualche foto e video assieme a noi). Prima serata ad Amsterdam: si dorme in barca nel canale vicino alla stazione centrale, si chiama “The Cabin” ed Alessandro (batterista) cercando di chiudere l’oblò sul soffitto con un gesto forse troppo atletico si apre i pantaloni in 2.

 

Qual è il gruppo/live/canzone 2017 che volete consigliare ai lettori?

FLM – live = kings of Leon
Canzone = La verità – Brunori SAS
CD – l’ultimo di di Childish Gambino (Funky)
MP – Prisoner 709 – Caparezza
  Live = Biffy Clyro
AM – Sigur Ross Live

 

 

© Matteo Leonardi

 

 

 

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