#piuomenointerviste: un “microfono” per le novità – GIACOMO SCUDELLARI

Photo Credits: Nicola Baldazzi

A cura di Simona Luchini

Una fotografa curiosa decide di incontrare artisti emergenti e talentuosi cui porre 10 domande per conoscere meglio ogni volta una band diversa: questo è #piuomenointerviste: un “microfono” per le novità.

Giacomo Scudellari è uno che quando sta bene di canzoni ne scrive e pure parecchio belle. Perché ama celebrare, come dice lui, “il gusto onesto della Gioia con la g maiuscola” ed è proprio questo che fa ne “Lo Stretto Necessario”, il suo debutto da cantautore, prima opera sulla lunga distanza dopo l’p “Santi o non Santi”, uscito il 16 marzo per  Brutture Moderne con la produzione di Francesco Giampaoli.

 

Photo Credits: Nicola Baldazzi

Quando nasce il tuo percorso nella musica e a cosa si deve la scelta del tuo nome?

Il mio percorso musicale pianta le radici diversi anni fa, con lo studio del pianoforte. Poi venne il conservatorio, e, in seguito, l’incontro fondamentale con la chitarra; uno strumento che mi ha spalancato gli occhi su approdi assolutamente inaspettati.
Da lì ad iniziare a scrivere canzoni il passo è stato un fulmine. La scelta del mio nome la devo all’ufficiale di stato civile di Ravenna.

Una parola che caratterizzi ognuna delle tracce del tuo album

Folle.
La tua canzone che ami di più.

Il cantico della sambuca.

Come definisci la tua musica e quali sono gli artisti che ti ispirano di più?

La mia musica ha il brutto vizio di non rimanere mai sobria, forse lo avrà imparato dai suoi maestri! Qualche nome? De Gregori, Conte, Fossati, e, con un balzo in avanti nel tempo, Alessio Lega.

Cosa pensi del panorama musicale attuale?

Esistono centinaia di proposte interessanti e di artisti formidabili. Il problema, mi pare, è che si è desertificato il suolo dove i nuovi progetti possono crescere con un serenità; ma è un discorso più ampio.

Se potessi viaggiare nel tempo dove vorresti andare?

Al primo giorno in cui l’aria è diventata respirabile.

Se potessi scegliere di collaborare con un particolare artista internazionale, chi sarebbe e perché?

Qua si abbandona la realtà e si entra nel fantasy: detto questo, già che ci sono sparo in alto e scelgo Tom Waits. Preciso però che il mio apporto collaborativo consisterebbe solo nel mantenergli il secchiello del ghiaccio sempre ben ordinato.

 

Una domanda che faccio sempre agli artisti in promozione: perché una persona dovrebbe ascoltare il tuo disco?

Perché è un disco con l’anima positiva. Farà anche più figo trincerarsi nelle ansie e nelle frustrazioni giovanili, ma, considerati i tempi, abbiamo il dovere di rimboccarci le maniche.

 

Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per il futuro?

Portare il progetto a più orecchie possibili: insomma, innaffiarlo come si deve.

 

Cosa hai in mente per il futuro? Tour, concerti.. dacci tutte le info per poterti seguire!

Nei prossimi mesi ci concentreremo sulla dimensione live. Abbiamo predisposto una formazione in quartetto, peraltro elastica, in modo da poterci adattare a tutti i contesti. A ciò si unirà la partecipazione ai vari concorsi dedicati al cantautorato: siccome richiedono degli inediti stiamo preparando del nuovo materiale, ma non posso dire altro!

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