Guignol: canzoni cariche d’umanità

Photo Credits: Francesca Tresoldi

A cura di: Renata Rossi

 

GUIGNOL
“PORTEREMO GLI STESSI PANNI”
(Atelier Sonique)

 

Photo Credits: Francesca Tresoldi

Tracklist

PADRE MIO
DIVERSI E OPPOSTI
SEI FRATELLI
COME MARIA VERGINE
L’ORIZZONTE STRETTO
1979
OGGI DOPOTUTTO
LA PROMESSA
POZZANGHERA NERA IL 18 APRILE

 

A due anni dall’ultimo album “Abile Labile” è uscito a febbraio “Porteremo gli stessi panni” dei Guignol. La band, rinnovata nel corso degli anni, è formata da Pier Adduce, voce e chitarra, Paolo Libutti, basso, Dario Marchetti, batteria, Antonio Marinelli “il Coda” alle chitarre elettriche. Il disco è stato prodotto da Giovanni Calella, e vede il supporto di Francesca Musnicki ai violini e di Susanna Buffa ai cori.

Il titolo del disco è tratto da una poesia dell’attivista politico e poeta lucano Rocco Scotellaro, il poeta “della libertà contadina“, come lo descrisse Carlo Levi, cui l’intero lavoro è ispirato. Si tratta di nove tracce sofferte e dolenti di puro songwriting d’ispirazione americana, ma ricche di tradizione italiana sia nell’approccio musicale che nelle storie narrate.

Il racconto di Pier Adduce:

“I primi brani di questo disco li ho scritti velocemente dopo un confronto duro e animato con mio padre, a casa sua, in una fredda e umidissima serata in campagna, nella Basilicata. Da quel diverbio infarcito di imprecazioni, accuse e scuse, aneddoti e rievocazioni che mi parevano persistere dai tempi dell’infanzia, sono scaturiti i ‘demoni’ che da tempo chiedevano di avere un loro spazio: un piccolo posto d’onore finalmente, con me, a tavola, e sulla carta che mi accingevo a scarabocchiare rapidamente”.

Come non pensare allora all’infanzia e al rapporto di odio-amore con il proprio padre ascoltando la canzone che apre l’album “Padre mio”, poesia di Scotellaro che possiede in sé una sua forte musicalità. “Promessa”, primo singolo estratto dal disco, è dedicata invece allo scrittore Luciano Bianciardi. Le immagini dei videomaker Fabio Gallarati e Riccardo Tettamanti raccontano una piccola storia di resistenza esistenziale: in una Milano che corre senza mai fermarsi, in maniera folle e disumana, i protagonisti del video oppongono un modo di vivere più profondo e distaccato dal mondo che li circonda.

Tutta la rabbia racchiusa in un’invettiva contro il potere si trova invece in “Pozzanghera nera il 18 aprile“, altra poesia di Rocco Scotellaro di lotta e di rivolta che chiude il settimo disco dei Guignol.

“Noi siamo rimasti la turba… la turba dei pezzenti, quelli che strappano ai padroni, le maschere coi denti!”

Dal punto di vista sonoro i brani si muovono tra folk e blues prendendo volutamente le distanze da mode o suoni contemporanei, in un unico flusso malinconico e greve senza tempo né spazio. Non mancano tuttavia momenti in cui sonorità noir prendono il sopravvento o ritmi incalzanti accompagnano i brani. Ciò che accomuna ciascun pezzo è un messaggio di autentico e forte:

il racconto di un’umanità offesa, martoriata, distrutta, ma pronta a rialzarsi e a far sentire la propria voce, che si muove e resiste ai soprusi e alle ingiustizie dei padroni e dei poteri forti.

 

Tour

26 apr – Tambourine, Seregno (MB)

2 mag – Club Pigneto 55, Roma ( + ospiti Susanna Buffa e Ilenia Volpe)

4 mag – Vicolo Cieco, Matera

6 mag – House Concert, Pescara

11 mag – Alcool Live, Torino

24 mag – Serraglio, Milano ( + Paolo Saporiti )

9 giu – La Cabotina, Turbigo (VA) (+ Davide Gammon)

21 giu – Cascina Martesana, Milano

 

Intervista ai Guignol

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