Collisioni Festival: Salmo e Maneskin a confronto

A cura di Michela Guerrera

 

È il 6 luglio, mi trovo al Collisioni Festival di Barolo per il doppio concerto di Salmo e dei Måneskin. Mi guardo attorno e faccio un piccolo gioco cercando di distinguere i fan del rapper da quelli della band. Sorpresa delle sorprese: non sempre ci vedo giusto. Sarà colpa dei cinquanta gradi percepiti o del prezzo dell’acqua calcolato a peso d’oro, ma le mie sinapsi faticano e l’unico elemento discriminante è la fascetta della band. Ciò nonostante, dopo mezz’ora sotto il sole, per me diventa tutto un mappazzone di fan dei Salmoskin. 

Cerco di lasciare a casa i pregiudizi sui Maneskin, legati al fatto che credo che siano un po’ troppo pieni di loro stessi. Rivedo altri pregiudizi apparire sul megaschermo in apertura del loro live, riferiti alla loro giovane età e all’eredità che purtroppo si portano dietro tutti coloro che nascono da un talent show – che non condivido minimamente – e spero di vedere uno spettacolo che dimostri quanto la band evento degli ultimi anni sia degna di questo nome.

Realizzano effettivamente un live coinvolgente e a livello di esecuzione sono impeccabili. Il leader della band interagisce col pubblico promulgando messaggi di accettazione di tutti gli orientamenti sessuali e chiedendo ai fan di ridurre l’uso dei social durante i concerti. Dopo questa richiesta non ho visto neanche un cellulare riprendere il palco, cosa che ho apprezzato, ma mi sono messa a  ridere quando, appena la band ha iniziato a strimpellare Torna a casa, sotto palco sono apparsi più schermi accesi che persone sobrie.

Per il loro talento e l’evidente lavoro di preparazione non possono mancare i complimenti: non è da tutti raggiungere il loro livello di qualità. 

Però… c’è un però. 

Però, cari Måneskin, io capisco che siate nati da poco e che quindi, giustamente, non abbiate al momento un gran repertorio dal quale attingere… ma non pensavo che per sopperire a ciò vi sareste trasformati in una cover band. Ho assistito a concerti di gruppi emergenti, il cui primo album era uscito da tre mesi, che in un’ora di concerto hanno suonato un numero decisamente più consistente di pezzi propri. Questa cosa mi ha fatto un po’ storcere il naso, più che altro perchè le cover erano belle sì, ma i pezzi in sé non ne uscivano arricchiti e non mi hanno entusiasmato. Cosa che, a mio parere, è fondamentale nel momento in cui su un grande palco si portano i brani di altri artisti.

Concludono il concerto senza mostrarsi presuntuosi o vanesi, ne sono stata piacevolmente colpita. 

 

Dopo quelli che mi sono sembrati dodici anni nel deserto, ma erano solo 20 minuti di sauna da concerto, sale sul palco Salmo. Questo accade nel momento esatto in cui, spinta dal culmine della disidratazione, mi fiondo al servizio bar più vicino, al quale -ovviamente- faceva cassa un personaggio tanto carico quanto ubriaco. Tra uno scontrino e l’altro passano circa dodici ore e i miei miraggi nel mentre non sono dei migliori. 

Poi, dopo aver bevuto in 60 secondi quasi un litro d’acqua (o nettare degli Dei, non ne sono sicura), sono finalmente tornata in possesso delle mie facoltà mentali, pronta a concentrarmi sul secondo live della serata. 

Sensazionale. 

Vedo un rapper costretto sulla sedia a rotelle, reduce dall’infortunio di qualche giorno prima avvenuto durante il suo ultimo live al Bologna Sonic Park. Molti avrebbero annullato il tour, ma Salmo evidentemente non è uno dei molti. 

Partendo dal presupposto che già cantare da seduti non è una pacchia, immagino quanto possa infastidire un rapper che solitamente sgambetta sul palco dal primo all’ultimo brano. Sarà per questo che a metà del concerto ha deciso di diventare il Lazzaro della situazione, alzandosi in piedi e iniziando a zompare sulla gamba sana. Evento che ha mandato i fan in brodo di giuggiole, seppur per pochi minuti. Saranno stati sicuramente altrettanto felici i suoi medici. 

Lo Xavier del rap non manca un colpo e la sua band lo segue senza tregua. Ci propone i suoi brani migliori, alternando pezzi dell’ultimo album Playlist ad altri più datati. Le immagini alle spalle della band forniscono maggior risalto ai suoi versi accrescendo l’euforia dei suoi fan, i quali restituiscono al palco la stessa energia trasmessa da Salmo. 

È dopo il solito ciao il concerto è finito – non è vero voglio solo che urliate il mio nome a gran voce- Salmo e i suoi compagni di tour tornano sul palco, proponendo un susseguirsi inarrestabile di pezzi della Machete Crew: si conclude così un concerto dinamico ed elettrico. 

Quel che vedo è un Salmo instancabile, che ricorda con orgoglio il suo precedente concerto a Barolo: “ne sono cambiate di cose dal 2014”. 

 

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