Davide sta bene, anzi, benissimo: cronache dal live di Gemitaiz al Carroponte

A cura di Francesca Lotti

 

Una folla di giovani (e giovanissimi) tutta loghi e sneakers cammina lungo il vialetto d’ingresso del Carroponte. Selfie con biglietto, selfie sotto l’entrata, selfie con amici: ancor prima del concerto i fan iniziano a scattare, mentre l’attesa diventa palpabile per il live di Gemitaiz. Dopo il Paradise Lost Club Tour che si è da poco concluso con 10 sold-out consecutivi, il rapper romano è tornato per un’unica data a riscaldare l’estate di Milano.

Ci immergiamo in questa marea umana che man mano si ingrossa e si accalca verso il palco, con cori di richiamo che partono sempre più energici (soprattutto dalle prime file), e un boato che esplode non appena Gemitaiz entra in scena. Si apre subito con Già Da Un Po’, poi in scaletta si alternano brani estratti da DAVIDE e da QVC8, oltre ad alcuni immancabili featuring. 

Ad accompagnare Gemitaiz per tutto il live c’è una voce unica che sale dalla platea, con picchi altissimi su brani quali Tanta Roba Anthem, dove si salta rimbalzando sulle rime come su un tappeto elastico.  

Gemitaiz continua a macinare pezzi uno dopo l’altro, da Paradise Lost indossando poi pantaloni Rossi fino al beat luccicante di Oro E Argento.

C’è anche da dire che è spalleggiato da una carrellata di ospiti, praticamente una fotografia di buona parte della scena italiana: ci sono Ketama126, Tedua, Izi, Ensi, Quentin40, ma anche quei matti di Achille Lauro e Boss Doms. È con loro che si fa un salto allo zoo con la samba-trap di Thoiry RMX: c’è Boss Doms che si lancia sulla folla e Achille Lauro sempre stilosissimo che si flette sul palco come una rockstar, cantando a gamba tesa tra le fiamme che fuoriescono dagli sputafuoco tutt’intorno.

Si prosegue con Bene senza perdere un colpo, davanti ad un pubblico che sputa rime assieme a Gemitaiz. Saluti a Coez sul ritornello di  Davide “Vienimi a prendere”, tra chi urla in preda all’eccitazione e chi chiede acqua al buttafuori salvo poi non prenderla neanche perché troppo impegnato a riprendere a cantare: si canta talmente forte che Gemitaiz lascia il microfono e lo cede al pubblico per le ultime strofe, guidando come un direttore d’orchestra un coro di voci bellissimo. 

Sulle note lente di Senza di Me se ne approfitta per prendere fiato giusto un attimo. Nota a margine: solo noi, perchè il pubblico canta a squarciagola anche questa. Ahimè senza Franchino, ma con Venerus che fa magie con voce e tasti mentre centinaia di lumini oscillano in aria dalla platea.

Segue un’altra scarica di energia con MadMan che finalmente arriva sul palco a sganciare bombe come Veleno7 e fa vibrare pure gli archi metallici del Carroponte.

Gemitaiz chiude il live con Giornate Vuote assieme a Frenetik&Orang3, mentre dal pit si intravedono braccia alzate ed occhi a cuore delle prime file. Show carichissimo dall’inizio alla fine, si lascia il Carroponte con muscoli doloranti e poca voce ma adrenalina a mille. 

 

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