Un faro nella notte di questi tempi bui – Joggi Avant Folk 22

Di Massimiliano (Max) Orrico

Foto di Maurizio Lucchini

Un sabato pomeriggio assolato ma fresco mi accoglie a Joggi, piccolo borgo nel comune di Santa Caterina Albanese, in provincia di Cosenza, Calabria. L’eco della notte passata è ancora vivo, in piazza e tra i vicoli riecheggiano i racconti di chi affollava la piazza e ha deciso di rimanere e vivere il festival per tutti i tre giorni. Ed ecco che la voce di Nada risuona nei commenti davanti al bar come nelle citazioni negli incontri organizzati, come quello che pigliava spunto dalle presentazioni di libri: “Canto per un ribelle. Lettere di lotta e disobbedienza” di Chantal Castiglione e “L’Evaso” di Claudio Dionesalvi. L’interprete di “È un momento difficile, tesoro” è stata apostrofata come una di quelle che hanno cantato la ribellione degli anni settanta e ancora come la Patti Smith italiana, il tutto mentre ci si raccontava ribelli nelle diverse forme che gli autori dei libri proponevano.

Dalla ribellione alla Santità, è questa la continuazione del cammino per le stradine di Joggi che portano i tanti partecipanti a spostarsi su una altra piazzetta, culla  de “Le acque, sui rovi. Storia di San Francesco di Paola” reading di un testo di Vincenza Costantino che ripercorre la vita del Santo Calabrese, curato da Ernesto Orrico e Manolo Muoio con le musiche di Alessio Bressi. Il tutto mentre i bambini del e accorsi nel borgo venivano catturati dalla magia del clown Fragolino. In lontananza si odono le note del sound check dal palco, come al solito montato davanti la chiesa. Il clima è sempre lo stesso, lo Joggi Avant Folk è casa per molti che di anno in anno si ritrovano sul finire dell’estate per continuare a respirare. Aria buona, ottimo cibo e un offerta artistica e musicale non di poco conto.

Dopo la serata al femminile del venerdì con la già citata Nada Malanima preceduta dalla sicula polistrumentista Simona Norato che in trio ha portato sul palco di Joggi la sua produzione solista, il sabato è il turno della serata mascherata. Mascherata era la batterista La Tigre del duo GRRR Io e La Tigre, che ha messo sul palco una sorta di punk melodico suonato con la sola sezione ritmica, con Io, la cantante del gruppo, al basso. Una buona performance ha attirato sotto palco un po’ di gente, quella stessa gente che a seguire è rimasta per godere dell’esibizione dell’altro gruppo mascherato, anche esso portatore di punk melodico, i Sick Tamburo.

 

 

Mentre la band di Pordenone continua a  suonare, mi perdo nei saluti sulla strada verso la vettura che mi porterà a casa e me ne vado sperando di ritornare l’indomani. Il domani è gia Joggi ed ecco che nel tardo pomeriggio il sottoscritto, grazie all’aiuto di una cara amica riesce a raggiungere Joggi e si ritrova catapultato in non sa bene quale città, nè quale anno, anzi si percepisce bene, siamo a Napoli negli anni ‘90, voci e sound partenopee escono fuori dalle casse durante il sound check, ci affacciamo così sulla serata Napule social friends.

Dopo le maschere del sabato sera e a seguire una partita di calcio, perché a queste latitudini “a duminica è du pallu’”, disputata tra la Polisposportiva Cosenza Mmishkata e una rappresentativa dello Joggi Avant Folk, anche la domenica fa uso di maschera. La maschera domenicale di questa 22esima edizione dello Joggi Avant Folk è quella di ‘O Diavolo, raccontata da Luca Scornaienchi e Francesco Di Bella è disegnata da Luca Ralli nel libro edito da Round Robin di cui hanno parlato i due autori amichevolmente moderati da un certo Dario Della Rossa, che i lettori di piuomenopop.it conoscono come tastierista della Brunori Sas. Assalto alle due postazioni di approvvigionamento cibarie, birra e vino, ed ecco, dopo l’esibizione doverosa dei ragazzi,  allievi di Massimo Ferrante nel laboratorio sul canto sociale calabrese, salire sul palco l’ex frontman dei 24 Grana assieme alla sua band. Batterista e cantante indossano ambedue la maschera di “O Diavolo” title track dell’ultimo disco uscito con cui i napoletani aprono la scaletta di questo live a Joggi. Di Bella che, ha sostenuto durante la presentazione della graphic novel, non vedeva l’ora di poter venire in questo festival, di cui aveva sentito ben parlare da molti suoi amici e colleghi, dà tutto sul palco: voce, gambe e poesia, pezzo dopo pezzo ammalia e fa ballare i tantissimi che stavano a gremire la piazza. Piazza che se ce ne fosse stato bisogno si riscalda ancor di più quando a salire sul palco chiamato da Francesco è Luca Persico meglio conosciuto come O Zulù ed è adesso che “Lu Cardillo” accumincia a Curre …

 

 

“Curre curre guaglio’”, i due pezzi inno dei repertori dei due e colonna sonora della vita e dell’immaginario di molti che ballano e cantano, pugni al cielo, descrivono lo spirito dello Joggi Avant Folk come meglio non si può. La musica continua con Dj Spike che magistralmente dà le basi a ‘O Zulù per cantare i pezzi del suo nuovo progetto “Bassi per le masse” assieme agli immancabili classici della 99 Posse, riarrangiati nel sound, intatti nelle parole.

La notte sembra non aver mai fine, il tempo si ferma al rintocco delle campane mentre baci, abbracci, bottiglie che ancora vagano di mano in mano, si consumano pian piano per continuare a rigenerare l’anima dei tantissimi che ancora a quest’ora affollano il borgo.

Questa è Joggi, un faro nella notte.

Lunga vita allo Joggi Avant Folk!

 

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