Un ritorno atteso e mai scontato: nuovo disco di Cesare Basile

A cura di Renata Rossi

 

TRACKLIST

1. Mala la Terra
2. L’arvulu Rossu
3. E Sugnu Talianu
4. La Curannera
5. Sette Vinniri Zuppiddi
6. La Naca Ri L’anniati
7. Chiurma Limunsinanti
8. Cummeddia
9. Chitarra Rispittusa
10. Chi Voli Riri
11. Mina Lu Ventu

Sono passati quasi tre anni da “U Fujutu su nesci chi fa?” e Cesare Basile ritorna con “Cummeddia”, nuovo album di storie e canzoni in uscita l’undici ottobre per Urtovox Rec che vede la partecipazione di Hugo Race, Rodrigo D’Erasmo e Roberto Angelini.

Cesare Basile spiega così il significato del titolo dell’album:

“Cummeddia in siciliano vuole dire cometa o aquilone. Il passaggio di una cometa è segno infausto, presagio di sventure pubbliche, monito divino, annuncio di peste. “La peste stravolge le relazioni umane e determina un nuovo ordine basato sul sospetto, l’accusa, il controllo, la definizione di zone e confini invalicabili.L’ordine è lo stato d’assedio, l’emergenza continua in cui la sospensione delle libertà viene presentata come il prezzo necessario per la sopravvivenza della società. Radicalizzazione del tutti contro tutti per difenderci da tutti, infine da noi stessi. Separati dal mondo e dalle nostre creazioni quotidiane. La regola è la peste. Dopo averci accecato lo spirito ci strappa il cuore. Di fronte all’ordine della peste l’unico gesto è la rivolta, quando la cometa aquilone annuncia non il castigo ma un nuovo cominciamento”

Cummeddia“, la title track, è accompagnata da una musica struggente e avvolgente e un testo che parla proprio del passaggio infausto di una cometa:

Cummeddia ri unni veni? Cchi ni cunti? Cchi succeri? e unn’è ca ti nni vaie cchi ni lassi ‘ncasumainni lassi a pisti casa fa dummennu ‘nte casciolae ju ca a ceccu fora

Cometa da dove vieni? Cosa ci racconti? Che succede? E dove te ne vai? E cosa ci lasci nel caso? Ci lasci la peste che dorme nei cassetti mentre io la cerco fuori

Non era facile riuscire a scrivere un altro gran disco, dopo tante idee già proposte e un album, l’ultimo, in cui lo stesso cantastorie catanese si era superato, in cui i protagonisti, gli emarginati, gli sconfitti si appropriavano finalmente di una voce alta e fiera che troppo spesso gli ultimi sembrano non avere. Cummeddia mostra invece, ancora una volta, un Cesare Basile in grande spolvero, un cantante capace di parlare direttamente a ciascuno di noi, di graffiare le nostre anime, di narrarci vicende di persone e terre che magari non sono le nostre e che pure sentiamo così maledettamente vicine. Una capacità, la sua, unica in Italia, quella di utilizzare una commistione tra un linguaggio poetico alto che si rappropria di una lingua popolare come il siciliano e un cantautorato dalle radici tutte italiane che guarda però all’America, al folk e al blues. Una sicilianità, che è un po’ come una storia d’amore tormentata, che racconta una terra spesso abbandonata ma cui si ritorna ogni volta che serve e che se ne sente la necessità, un mare che diventa una seconda pelle ma che fa male. L’utilizzo del dialetto può forse in qualche modo elaborare questo dolore o solo restituirlo vivo e crudo.

Quella di Basile è una musica carnale che sputa verità, un richiamo, un canto tribale e primitivo, il racconto di tradizioni e stregonerie antiche che sembrano provenire direttamente dalle viscere della terra come un’esplosione vulcanica. Il cantante segue sempre la sua strada, senza guardare in faccia nessuno, racconta esperienze vissute e parla di anarchia come di una necessità, la sola possibilità che l’essere umano ha per vivere libero. Lo scorso anno ha avuto il coraggio di esprimere tutto il suo disprezzo contro Salvini, in “Capitano (fangu, rifardu e Ganu senza onore)“, uscita proprio subito dopo lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti e oggi continua a ricordare gli “annegati” in “La naca ri l’annijati”. Un’altra canzone che ci pone davanti agli occhi la drammatica situazione politica attuale è “E Sugnu Talianu”.

Non sacciu comu non mi parti a testa pinsannu a lu presenti e a lu passatu
viru ‘n pugn’i chistiani fari festa
viru a tant’autri c’hannu lu filatu

Non so come non mi parte la testa pensando al presente e al passato
vedo un pugno di persone fare festavedo a tanti altri che stanno male

“L’arvulu rossu”, il primo singolo estratto dall’album, è invece un vero e proprio racconto di un ossessione, quella del questore catanese Molina che nel 1939 ingaggia la sua personale guerra contro gli omosessuali. Questa triste vicenda è raccontata anche nel libro “La città e l’isola” di Gianfranco Goretti e Tommaso Giratorio. Torture di ogni tipo e oltraggi corporali che hanno come protagonosta, ancora una volta, proprio la Sicilia e Catania.

Cummeddia è in definitiva un album che non vuole rivelarci nessuna via d’uscita o scappatoia, ma soltanto mostrarci la realtà, dura come un pugno in faccia, e darci la possibilità di riflettere e di decidere da che parte stare.

Cesare Basile e i suoi Caminanti saranno presto in tour, queste le date:

Mercoledì 16 Ottobre Teatro Coppola, Catania
-Giovedì 17 Ottobre Retronouveau, Messina
-Venerdì 18 Ottobre Spazio Franco, Palermo
-Sabato 19 Ottobre #Arsonica, Siracusa

-Giovedì 24 Ottobre Teatro dell’Acquario, Cosenza
-Venerdì 25 Ottobre #ArciCentocittà, Crotone
-Sabato 26 Ottobre Scugnizzo Liberato, Napoli

-Lunedì 28 Ottobre Scumm, Pescara
-Mercoledì 30 Ottobre ANGELO MAI, Roma
-Venerdì 1 Novembre Circolo Arci Progresso Firenze
-Sabato 2 Novembre Caracol Concerti Pisa
-Domenica 3 Novembre CISIM, Lido Adriano RA

-Giovedì 7 Novembre Germi – luogo di contaminazione, Milano
-Venerdì 8 Novembre CitaBiunda Birrificio IndiePendente, Neive CN
-Sabato 9 Novembre Black Inside, Lonate Ceppino VA
-Domenica 10 Novembre #MonAmì, Montichiari BS

 

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