Novembre all’Ohibò: Alice Phoebe Lou, PUP, Micah P. Hinson, Sinkane,The Mauskovic Dance Band, Ron Gallo, Nicolò Carnesi, IDLES Dj Sete tanti altri

NOVEMBRE

Alice Phoebe Lou, PUP, Micah P. Hinson, Sinkane, The Mauskovic Dance Band, Ron Gallo, Uochi Toki, Cecco e Cipo, Nicolò Carnesi, IDLES Dj Set e tanti altri.

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Novembre al Circolo Ohibò si apre con il live degli Uochi Toki. Rico e Napo, sono un duo che suona le Galassie e le profondità della Terra tramite i campionatori e racconta del Tutto, del Niente e del Qualcosa tramite un rap frastagliato. Cambiano spesso abitazione e hanno origini geografiche miste quindi, una volta inquadrati in un’area geografica, si spostano rendendo ulteriormente complicata la risposta alla domanda “di dove sono”? Si formano durante i primi adolescenziali raduni Fremen sulle sabbie dei deserti delle città dormitorio senza tradizione nel Nord Ovest della Penisola. Hanno maturato la loro sincronia e il loro accordo preferendo alle prove classiche in saletta il domare i Grandi Vermi di metallo con spruzzi di vernice colorata, per poi abbandonare anche questa pratica a favore dell’osservazione diretta del vuoto e del pieno. Hanno fatto i primi dischi a digiuno di nozioni su cosa fossero le etichette e le auto-produzioni, semplicemente lavorando in campagna per guadagnare i soldi necessari alle stampe (in “Scusate secondo voi il dentifricio costituisce ancora uno status symbol?”), per poi incontrare in sequenza i bucanieri della Burp Publications (in “Vocapatch”, “Uochi Toki” e “Laze Biose”) i maniscalchi della Wallace Records (in “La chiave del 20”) e gli architetti della Tempesta Dischi (in “Libro Audio”, “Cuore Amore Errore Disintegrazione” e “Idioti”) per mettere infine in pratica le nozioni apprese e collaborare talvolta con gli alchimisti Corpoc (in “Distopi” e “Cystema Solari”), talvolta semplicemente da soli senza etichetta e senza ufficio stampa (in “Macchina da Guerra”). Nel 2015 escono di nuovo con la Tempesta Dischi mandando alle stampe “Il Limite Valicabile”, una sorta di grande cartina geografica ipertestuale su doppio cd che regala una visione d’insieme prima di passare ad una osservazione ulteriore. Gli Uochi Toki hanno messo a punto un impianto live aperto e modulare che propone un terzo di suoni, un terzo di parole e un terzo di disegno, per necessità di completezza e di elementi improvvisati che creino differenze tra una performance e l’altra. Nonostante la forma a cui sono arrivati sembri completa, potrebbero cambiare ulteriormente a seconda di cosa le successive Navigazioni suggeriranno loro. Oltre a diversi progetti che li vedono operare da soli (Rico come tecnico del suono live e in studio e Napo come disegnatore sotto lo pseudonimo di Lapis Niger) collaborano entrambi attivamente con Megabaita, un team per la creazione di immaginari animati tramite la modellazione 3d, producendo teaser (per “Cystema Solari”), videoclip destrutturati (Ovo “I Cannibali” e Uochi Toki “Voglio sentire le urla del re”) e ulteriori idee che stanno germogliando sotto il terreno. Afterparty: Splendido Splendente, dancefloor italiano. Appuntamento all’1 novembre.

Gli Husky Loops sono un trio bolognese, ma londinese di adozione. Il nuovo singolo “Everyone is Having Fun Fun Fun But Me” segue “Let Go For Nothing” e ancora una volta mette in risalto il suono distintivo degli Husky Loops. È impossibile dare un’etichetta di genere a questo trio che in ogni canzone riesce a dipingere un quadro unico, come somma di diverse e nuove esperienze: mentre in un brano le linee di basso richiamano il moderno hip hop e la musica elettronica, con i brani successivi si avvicinano al jazz o addirittura al garage. È così che la band viaggia in una prospettiva di continua e emozionante evoluzione. Sebbene Pietro (batteria, samples), Danio (voce, chitarra e produzione) e Tommaso (basso) si siano incontrati per la prima volta a Bologna, il trasferimento a Londra più di sette anni fa ha sancito realmente la nascita di Husky Loops. La band ha già pubblicato tre EP – quello omonimo di debutto, “EP2” e “Spool” – un mixtape e ha collaborato a diversi progetti in cui la musica incontra le arti visive. Nel 2018 hanno pubblicato “Every Tim I Run”, brano incluso nella colonna sonora di FIFA 19, insieme ad artisti quali Gorillaz e Childish Gambino. Si sono inoltre esibiti in tour nei maggiori festival tra i quali The Great Escape, Latitude, BlueDot, Y Not e Liverpool Sound City Reading & Leeds. Gli Husky Loops hanno pubblicato ad agosto l’album di debutto, “I Can’t Even Speak English”. Afterparty: Brit On. Appuntamento al 2 novembre.

Per la prima volta in tour nelle maggiori città italiane: Bologna, Torino, Roma e Milano accoglieranno sui propri palchi Tish. La giovanissima cantautrice e poli-strumentista porterà live il suo primo EP, che ne porta il nome e subito si presenta come manifesto: sette brani che raccontano Tish, una black voice che nuota dentro atmosfere pop-soul per una gemma inedita all’interno del panorama italiano. Appuntamento al 3 novembre.

Nel 1999, Bruno Dorella, allora batterista dei Wolfango, decide di formare un gruppo che unisca il western morriconiano, l’isolazionismo chitarristico e folk mediterraneo. Ci mette un po’ a trovare i musicisti giusti visto il suo retaggio punk, ma nel 2003 vede finalmente la luce il primo EP, semplicemente intitolato Ronin. Questo EP diventa anche la colonna sonora del mediometraggio “Rocca Petrosa” di Cosimo Terlizzi. Sin da subito il gruppo inizia un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero. Nel 2004 arriva il contratto con la Ghost, che pubblica il primo album (ancora omonimo). Una canzone dell’album, “I Am Just Like You”, entra nella colonna sonora del film “Tu Devi Essere Il Lupo” di Vittorio Moroni e farà parte dei titoli di coda del film “Polvere” di Danilo Proietti e Massimiliano D’Epiro. Il secondo album “Lemming” esce nel 2007 sempre per Ghost ed è disco del mese sulle riviste specializzate Rumore e Blow Up. Alcuni brani di questo album entrano nella colonna sonora del film “Vogliamo Anche le Rose” di Alina Marazzi, di cui i Ronin firmano anche la colonna sonora originale. Il terzo album “L’Ultimo Re” esce nel 2009, sempre su Ghost. Con questo disco prosegue l’attività concertistica nazionale ed internazionale del gruppo. Il quarto album “Fenice” esce invece per Santeria nel 2012, anch’esso vale il titolo di disco del mese per la rivista specializzata Blow Up, e porta il gruppo ad un lungo tour europeo. Nel 2013 esce anche il singolo “Twin Peaks”, in cui i Ronin reinterpretano due celebri temi della serie. Dopo la sonorizzazione dal vivo de “L’Isola” di Kim Ki-Duk, commissionata dal Mosaico Film Festival di Ravenna nel Maggio 2013, ad inizio 2014 esce il film “Il Terzo Tempo” di Enrico Maria Artale, di cui i Ronin compongono ed eseguono la colonna sonora originale. Nello stesso anno escono anche due film di cui i Ronin firmano i titoli di coda: “Match” di Stephen Belber e “Tutto Parla Di Te” di Alina Marazzi. “Adagio Furioso” è il loro quinto album, ed esce ancora per Santeria, mentre Tannen pubblica il vinile. Dopo un anno di tour, neI 2015 pubblicano due EP. “Staingrad” in viniIe su Tannen, e Io split cd con gli Uyuni per Ia neonata IabeI Area 51. Nel 2016 pubblicano l’EP “Far Out” per OverDrive, iniziando una collaborazione con Francesca Amati (Amycanbe e Comaneci) alla voce, e con il gruppo di danza Nanou per lo spettacolo “Strettamente Confidenziale. Convivio”, presentato al festival Ipercorpo di Forlì. Nel 2017 il Museo Del Cinema di Torino commissiona la sonorizzazione dal vivo de “Lo Sconosciuto” di Tod Browning, dopo di che il gruppo prende una lunga pausa fino al 2019. La formazione vede al momento Bruno Dorella alla chitarra, Nicola Manzan alla chitarra, Roberto Villa al basso ed Alessandro Vagnoni alla batteria. “Bruto Minore” è il nuovo album, ed esce per Black Candy Records. Appuntamento al 7 novembre.

“Quando Finisce La Festa” è stato preceduto dai singoli “Guerra e mare”, “I giocatori” e “Beviamoci”, brani che hanno attirato l’attenzione di diversi player e ascoltatori che annoverano Angelica tra le più interessanti e valide esponenti femminili del nuovo it-pop italiano. Angelica, al secolo Angelica Schiatti, è una cantautrice originaria di Monza che si è fatta conoscere al grande pubblico come leader dei Santa Margaret, band con la quale ha registrato un disco, due colonne sonore, suonato al primo maggio di Roma, fatto un tour di due anni, raggiunto la finale del Premio Tenco per la categoria miglior opera prima, suonato in Piazza Duomo per Ema’s prima dei Duran Duran e vinto gli MTV Awards New Generation.  Amante dei colori pastello, dei suoni leggeri e della pellicola vintage che applicherebbe volentieri anche alla retina dei suoi occhi, Angelica è pronta a capitalizzare l’esperienza di questi ultimi due anni in un’avventura solista. L’album attinge piene mani dal pop muovendosi armoniosamente tra elettronica e vintage vibe senza mai perdere le radici rock di Angelica. E’ malinconico ma con leggerezza, fresco ma con atmosfere retrò, colorato di tinte pastello ma con sfumature emotive scure. Il disco, scritto interamente da Angelica e prodotto, registrato e mixato da Antonio “Cooper” Cupertino al San Pedro Studio a Milano, vede la collaborazione di musicisti di primissimo livello come Massimo Martellotta e Fabio Rondanini dei Calibro 35, Teo Marchese e Ivo Barbieri protagonisti dei live di Ghemon, Adriano Viterbini leader dei Bud Spender Blues Explosion e degli I Hate My Village e Daniel Plentz dei Selton. Angelica si è resa protagonista di un nutrito tour che l’ha vista esibirsi in festival importanti come Zoo music fest, MI AMI e Home Venice. Nel mese di maggio inoltre ha aperto il tour italiano di Miles Kane (Last Shadow Puppets) con il quale ha duettato per tutte le date il classico di Lucio Battisti “Amarsi un po”. Con il suo stile e l’unicità della sua proposta artistica Angelica si candida di diritto come uno dei nomi su cui puntare per il futuro della scena musicale italiana. In apertura Ricordati di Rimini, nuovo progetto di casa Vetrodischi. Afterparty: Splendido Splendente, dancefloor italiano. Appuntamento all’8 novembre.

Nati come gruppo garage, i WOW, a pochi mesi dall’uscita del loro quinto disco, il terzo in italiano, tornano a presentare la loro macchina sonora d’altri tempi in alcune sceltissime date. Sul palco in formazione a quattro, con China alla voce, Leo Non alla chitarra, Thurston Mourad al basso e Pippo Bonzo Grassi alla batteria porteranno alcuni dei brani in italiano dei primi due dischi, “AMORE” e “MILLANTA TAMANTA” – usciti rispettivamente nel 2014 e nel 2016, per l’etichetta indipendente 42Records – più alcuni brani dell’ultimo attesissimo album: “COME LA NOTTE”. I WOW suonano canzoni originali in italiano che si ispirano all’età dell’oro della musica leggera italiana: gli anni ’60, la RCA italiana, Mina, Milva, Patty Pravo, Tenco, Endrigo, Ciampi, Nora Orlandi, le orchestrazioni di Morricone e di Bacalov, le colonne sonore di Umiliani, di Trovajoli, Fusco, Piccioni. Il tutto filtrato da un approccio immediato che riflette le influenze artistiche dei Velvet Underground, della no wave, del punk e della scena artistica di Roma Est, da cui provengono. A seguire il party house/nu-disco del sabato sera milanese: Discoteca Paradiso. Appuntamento al 9 novembre.

Radar Concerti presenta Micah P. Hinson. Il cantautore americano torna in Italia con cinque imperdibili date, con cui porterà sul palco l’ultimo disco “When I Shoot At You With Arrows, I Will Shoot To Destroy You”, uscito il 26 ottobre 2018. Chiunque conosca la vita e la musica di Micah P. Hinson sa quante volte sono state sfiorate dall’idea di Apocalisse, di morte e rinascita. Per questo ottavo album Micah ha richiamato a sé tutti quei musicisti che hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua crescita musicale: sono loro quei 24 Musicians of the Apocalypse che compaiono nel disco, ispirati dalle statue della cattedrale di Santiago de Compostela. L’idea di stop and rebirth permea l’intero album, registrato in sole 24 ore, narrata con la sincerità cantautorale che sempre ha accompagnato il folk dell’artista nato in Mississippi. È l’inevitabile destino della condizione umana, quello inesorabile di un inizio e di una fine: senza il primo non ci sarebbe il secondo e viceversa. Un album intenso e delicato allo stesso tempo: un’Apocalisse musicale che il pubblico italiano vivrà ancora una volta. Appuntamento all’11 novembre.

The Mauskovic Dance Band, la band olandese rivelazione della scena indie-tropical, arriva in Italia a novembre. I fratelli Mauskovic sono tre: Nicola Mauskovic, producer, polistrumentista e fondatore della band, il suo fratello più grande Marnix Mauskovic, chitarra, percussioni e synth, e il loro fratello più piccolo Mano Mauskovic, bassista. A loro si uniscono Chocolate Space Donnie, voce e tastiera, e la batteria di Juan Hundred, producer che quando si unì alla band, era già molto famoso nella scena cumbia underground. Completamente autoprodotta, la band raccoglie l’eredita della musica psichedelica afro-latina anni ’70 e ’80, declinandola in chiave estremamente attutale e localizzandola in una moderna Amsterdam. Il risultato è un groovoso no wave lo-fi unico nel suo genere, caratterizzato da una forte fascinazione per generi come champeta, Palenque e cumbia psichedelicha, che risente sensibilmente dell’influenza dei classici dell’afrobeat. Il loro album omonimo è uscito lo scorso 24 maggio sull’etichetta Soundway, a quasi un anno di distanza dal loro EP “Down in The Basement” che li ha fatti conoscere in tutto il mondo. È dal 2017, anno di pubblicazione dei loro primi due singoli per l’etichetta svedese Bongo Joe Records, che la band, oltre a suonare da una parte e l’altra del globo, intraprende frenetiche collaborazioni con diversi musicisti dando vita a numerosi progetti collaterali: dopo la collaborazione con gli Altin Gün, famoso gruppo turco di rock folk psichedelico, e il tour insieme alla band anni ‘70 Zamrock, Nic Mauskovic inizia a lavorare insieme all’artista olandese psychedelic-pop Jacco Garnder dei Bruxas, che è presente nei credits del primo LP della band per averne curato il mix. L’album è stato registrato al Garage Noord di Amsterdam, club e spazio di condivisione multifunzionale, molto conosciuto per la sua programmazione all’avanguardia e particolarmente apprezzato dagli appassionati di musica afro. L’album, pur nella sua spiccata connotazione industriale, è caratterizzato da un’importante componente intima e introspettiva, che gli conferisce un’atmosfera pulsante, ipnotica e nebulosa. La loro traccia “Continue The Fun (Space Version)”, oltre a ricevere apprezzamenti da parte di voci autorevoli ed essere presente in svariati mixtape e dj set, è stata selezionata da Gilles Peterson per la sua compilation “Brownswood Bubblers Thirteen”, ricevendo una nomination come “Track of the Year” 2018 ai Worldwide Awards di Londra. Appuntamento al 12 novembre.

BREAK è la nuova rassegna di Circolo Ohibò con 1977: una boccata d’aria durante la settimana lavorativa, un invito a fidarvi di noi e scoprire i migliori progetti musicali in circolazione, ancora tutti da scoprire. Il 13 novembre vi portiamo i live di Rokas e Gaspare Pellegatta.

Dietro il nome d’arte di Sinkane si cela Ahmed Gallab, musicista americano di origine sudanese che, dopo aver militato per anni in band del calibro di Yeasayer, Caribou, Eleanor Friedberger, Born Ruffians and Of Montreal, intraprende il progetto solista, frutto del desiderio della ricerca di un’identità tra spazio e spirito, agli avamposti della contemporary music. È in arrivo a fine maggio su etichetta City Slang ‘Dépaysé’, il settimo album con la band che da sempre accompagna questo straordinario musicista e compositore. Dopo la pubblicazione nel 2017 di ‘Life & Livin’It’, un disco scritto in un particolare momento storico, tra Trump, l’immigrazione, la Brexit, la polizia che attacca persone di colore anche se disarmate, la corruzione in Sudan – paese natale di Ahmed Gallab – ed altre calamità, Sinkane si trova letteralmente spiazzato. Di colore, musulmano, americano di fatto ma non nel cuore, con la sensazione di sentirsi straniero nella propria terra ed un’assillante domanda: come immigrato in America, a quale Stato realmente mi sento di appartenere? Durante la scrittura del nuovo disco, e nella ricerca di una risposta all’insistente domanda, Sinkane legge libri di Joseph Campbell, Ta-Nehisi Coaters, Mohsin Hamid, Philippe Wamba, finché non si imbatte nella parola ‘dépaysé’ che, letteralmente, vuol dire homeless, senza casa. La migliore risposta al suo cruccio diventa il titolo del nuovo album, registrato con il supporto della sua multietnica band: Ahmed Gallab del Sudan, il chitarrista cinese Jonny Lam, la tastierista Elenna Canlas delle Filippine, il batterista Chris St. Hilaire del Trinidad ed il bassista Michael ‘Ish’ Montgomery afro americano. Il nuovo lavoro esprime l’intenzione di Ahmed di creare musica gioiosa, ma con una coscienza sociale al di sotto dell’allegra superficie fatta di sinuosi groove tra il funk ed il soul. ‘Dépaysé’ è la storia del viaggio di tantissimi immigrati nell’era di Trump. Figlio di esuli politici sudanesi scampati al regime militare del NIF, Sinkane, giunto al settimo album con la sua fidata band, da sempre prende ispirazione da Sly Stone, Fela Kuti, George Clinton e Bob Marly, i ritmi africani ed il funky jazz, per ricreare un sound unico nel suo genere. Sinkane ha inoltre girato il mondo per 14 mesi come musicista e music director della super band The Atomic Bomb Band: 15 musicisti tra cui David Byrne, Damon Albarn, LCD Soundsystem, The Rapture, Jamie Lidell, membri di Hot Chip ed i leggendari jazzisti Pharoah Sanders e Charles Lloyd, che ripropongono le musiche dell’artista funk nigeriano William Onyeabor. Un’unica occasione per vedere dal vivo la forza, emotiva e musicale, di Sinkane dal vivo, mercoledì 14 novembre al Circolo Ohibò.

La band punk rock rivelazione dell’anno torna in Italia a novembre per una data. Freschi, melodici, ma con un piglio parecchio punk. I PUP sono una delle nuove band che stanno facendo parlare più di sé nel panorama alternativo, e dopo la partecipazione alla prossima edizione del Bay Fest sul palco dei The Offspring, sono pronti a fare ritorno nel nostro Paese per una data da headliner all’interno del loro tour europeo autunnale. Apprezzati dai fan del punk rock classico per il proprio sound fatto di divertimento, gang vocals e produzioni senza tanti fronzoli, così come dalle nuove generazioni grazie alle melodie catchy e all’interpretazione moderna che sanno dare a un genere storico, i PUP vivono in uno stato di costante ascesa fin dalla propria formazione. Un primo disco (“PUP”, 2013) sull’indipendente Royal Mountain, poi l’acclamato “The Dream Is Over” (2016) su SideOneDummy, per arrivare al nuovo album “Morbid Stuff” appena uscito il 5 aprile sull’etichetta creata dalla band stessa, Little Dipper, in partnership con una big come Rise Records/BMG. Prodotto da Dave Schiffman (Weezer, The Mars Volta), “Morbid Stuff” riassume tutto quello che i fan hanno sempre adorato dei PUP, ma in modo ancora più completo e irresistibile che in passato. I testi raggiungono una profondità ancora inesplorata dalla band, con il frontman Stefan Babcock che racconta la sua battaglia contro la depressione; ma invece di creare un disco cupo o triste, il risultato è proprio l’opposto: le 11 tracce diventano infatti un modo per esorcizzare e ridere in faccia alla malattia. E allora tra un brano scanzonato, una traccia super veloce e alcuni dei ritornelli più memorabili della loro discografia, i PUP hanno trovato il connubio perfetto fra gioia e sofferenza che rende quantomai attuale e importante il loro disco. Già in lizza per un posto nelle classifiche dei dischi dell’anno delle maggiori pubblicazioni rock mondiali, “Morbid Stuff” è l’album che verosimilmente consacrerà una volta per tutte i PUP nell’Olimpo del punk rock dei nostri tempi. Li aspettiamo all’Ohibò per far partire una raffica di singalong. Da mezzanotte: direttamente dalla heavy post punk band inglese rivelazione dell’ultima stagione IDLES, il leader e cantante degli inglesi Joe Talbot in un esclusivo dj set. Appuntamento al 15 novembre.

A distanza di un anno dall’uscita del secondo album e con un tour che lo ha portato a suonare ovunque in Italia, isole comprese, Scarda saluta il pubblico con un FINETORMENTONE TOUR che tra ottobre e dicembre toccherà diversi club tra le principali città italiane. Il disco ha ricevuto ottimi consensi da pubblico e critica e ha posto Scarda tra le nuove e più interessanti proposte del cantautorato it-pop italiano. I singoli “Distrutto” e “Tropea” usciti nella primavera di quest’anno hanno sancito il crescente aumento e l’interesse del pubblico nei suoi confronti. I “tormenti” scritti e cantati nelle sue canzoni sono diventati la colonna sonora di tantissimi ascoltatori, affezionati e immancabili ai suoi concerti. Queste ultime date saranno l’occasione per scoprire una nuova scaletta e un concerto rivisitato, prima del saluto finale. A seguire il party house/nu-disco del sabato sera milanese: Discoteca Paradiso. Appuntamento al 16 novembre.

BRILLA è un consiglio: la tua nuova musica, la tua nuova casa, la tua community. Esposizioni, mercatini, retro-gaming, un palco per i live in elettrico, un palco per i live in acustico e tanti ospiti. Sul main stage: Nicola LombardoCiullaSkoob. Appuntamento al 17 novembre, ingresso gratuito.

La MILANO MUSIC WEEK in Ohibò parte con la INRI NIGHT: come da tradizione ormai, verranno presentati i nuovi progetti della label con special guests. BJRG (ex-Berg) opera solo con una voce nuda, due microfoni, una loop station e due pedali delay. No elettronica, no strumenti musicali. Nel corso del 2017 ha portato a termine  un tour nelle maggiori città europee  come Londra, Parigi, Lugano, Berlino  per poi tornare in Italia  dove ha condiviso il palco con artisti come Motta, Joan Thiele e l’artista australiana Tash Sultana. BJRG collabora inoltre come voice sound designer e direttore musicale con la compagnia di art performance “I Figli di Marla”. Nell’aprile 2019 si sono esibiti a Palais de Tokyo a Parigi insieme ad artisti provenienti  da Biennale Venezia, Moma, Tate Modern. Ha inoltre appena concluso un tour nelle principali città del Marocco fine Settembre 2019. Il progetto Fiori di Cadillac nasce nel 2010. La band produce musica attraverso un pianoforte, suoni sintetizzati, una chitarra, una batteria. I testi sono in italiano. Sul finire del 2013 viene pubblicato il disco “Cartoline”, al quale segue un lungo tour in club e festival nazionali. Nel 2017 comincia il lavoro di stesura del nuovo album sotto la guida e la direzione artistica di Giulio Ragno Favero. Il disco, composto da 9 tracce, viene ultimato nel 2018. Andrea Suriani, insieme a Favero, ne cura la produzione ed il missaggio. Il mastering è di Giovanni Versari. Brattini è un rapper e producer di Torino. Si è avvicinato alla cultura Hip Hop più di dieci anni fa grazie al freestyle top-of-the-head e da allora non è mai andato troppo lontano da casa. Nel 2013 ha conosciuto i producer Judah & Kavah (Bacon Strips, BODEGA.) e con loro ha iniziato una collaborazione che dura ancora adesso. Da questo incontro, quell’anno, nasce “Poetiche Squallide Per Alternativi Pessimi”, il primo album ufficiale in collaborazione con Willie Peyote, Blo/B e Pablo Frida. Nel 2014 ha deciso di fermarsi per studiare meglio la musica che stava uscendo intorno a lui, e dopo un anno e mezzo di ricerche ha trovato quello che cercava: una commistione di rap vecchia scuola, accordi jazz e suoni astrali dal futuro. Così ha scritto e prodotto un album, l’ha registrato e l’ha buttato. E poi ne ha fatto un altro. Nel 2017 è uscito “Fluido” per il collettivo Kali Black di Rimini. Quest’anno è tornato in studio e sta lavorando ad un EP dal titolo Salamandra. Appuntamento al 19 novembre.

Ron Gallo ha iniziato a fare musica poco più di un decennio fa. È partito suonando in varie band a Filadelfia, si è evoluto e si è spostato con ogni progetto e disco. Ha sperimentato musica lo-fi, punk, comedy, jazz, musica americana e indie rock. Nel 2016 ha iniziato la sua carriera da solista cominciando a fare musica con il suo nome attraverso la sua prima uscita ufficiale “HEAVY META”, un album garage-punk che si occupava delle sue frustrazioni mondane e del suo strano commento sociale. Lo ha seguito “Really Nice Guys” un EP scherzoso e un film che commenta ironicamente il suo primo anno da musicista professionista. Nel 2018, Gallo ha pubblicato “Stardust Birthday Party” che ha abbracciato maggiormente la sua nuova ondata di influenze punk sperimentali mentre discuteva del suo percorso interiore. È stato definito un disco “zen-punk” ed è carico della ricerca spirituale di Gallo, delle domande esistenziali, dei canti OM e dei rumori caotici. Dopo aver girato senza sosta in tutto il mondo con la sua band negli ultimi tre anni, Gallo è nel suo primo periodo di riposo in mezzo ad una reinvenzione artistica e personale, mentre aspetta di scoprire di cosa si tratta e dove andare in seguito. Durante questo periodo farà una serie di rare esibizioni da solista per reinventare vecchie canzoni e provare nuove cose abbracciando la magia del disagio. Appuntamento al 20 novembre.

Cecco e Cipo, alias Simone Ceccanti e Fabio Cipollini, entrambi di Vinci, entrambi classe ’92, muovono i primi passi nella scena musicale da giovanissimi, tra recite natalizie e circoli ARCI. “Roba da Maiali”, pubblicato nel dicembre 2011, e “Lo Gnomo e lo Gnu”, pubblicato nel giugno 2014, sono i loro primi due album, entrambi prodotti da Labella. Nel settembre 2014 si esibiscono alle audizioni di X Factor 8 con “Vacca Boia”, conquistando giudici e pubblico e venendo subito definiti dalla stampa come i veri protagonisti di X Factor 8. Rimarranno per settimane in trending topic su Twitter, entreranno in classifica F.I.M.I., nella Top Ten iTunes e nelle playlist Viral 50 di Spotify, mentre il video dell’audizione raggiungerà i due milioni di visualizzazioni. Nel frattempo inizia il #VACCABOIA Tour in collaborazione con Musiche Metropolitane, che arriverà a contare cento date in un anno. Il 3 ottobre 2015 il M.E.I. di Faenza assegna loro un premio speciale per il tour in qualità di band più attiva dell’anno e, poco dopo, Francesco Tricarico li chiama per una speciale tournée nei migliori club d’Italia e nei grandi teatri. Nel marzo 2016 esce “Flop” (Labella), terzo album in studio anticipato dal singolo “Non voglio dire”. Nel dicembre 2016 vincono la prima edizione di Strafactor, avendo l’occasione di aprire la finalissima di X Factor al Forum di Assago di Milano con il loro singolo “Non voglio dire”. Nel frattempo il duo riprende l’attività live, sia in trio che in formazione completa (con Roberto Bochicchio al basso, Antonio Bollettino alle tastiere, Federico Gaspari alla chitarra elettrica e Dimitri Olmo Romanelli alla batteria), concludendo il tour al Combo di Firenze con la registrazione live del concerto, che uscirà il 25 dicembre su tutte le piattaforme digitali. Dopo un anno di pausa dai palchi e dalle interviste, il duo torna sulle scene con il singolo “Tutto il bello che c’è”. Appuntamento al 21 novembre.

La musica degli Animatronic nasce per gioco, senza regole. Nel 2018, nel tempo libero e per pura voglia di suonare, si incontrano per le prime jam il batterista Luca Ferrari, il chitarrista Luca Worm Terzi e il percussionista Nico Atzori, al basso. Da qui, l’evolversi della loro musica porta i tre a diventare gli Animatronic e a registrare (su nastro, in presa diretta) “REC”, il loro primo disco. In uscita a Novembre per La Tempesta Dischi, l’album è stato registrato e mixato da Alberto Ferrari presso l’Henhouse Studio e masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio. Afterparty: Splendido Splendente, dancefloor italiano. Appuntamento al 22 novembre.

Originaria del Sud Africa, dove è nata e cresciuta fino all’età di sedici anni, Alice Phoebe Lou è conosciuta in tutto il mondo per il raffinato blues da strada. Fiera del suo approccio indipendente e contagiata sin in tenera età dall’ambiente familiare artistico, all’età di sedici anni Alice Phoebe Lou affronta il suo primo viaggio in Europa con la sola compagnia di una chitarra. Inspirata da un’esibizione di fire dancers a Parigi, comincia ad esibirsi per le strade raccogliendo i soldi necessari per continuare il suo viaggio, iniziato nella pausa estiva dalla scuola. In quei mesi Alice viaggia tra Parigi ed Amsterdam, tra una performance di strada e l’altra. Questo vagabondare è per lei fonte d’ispirazione e, dopo essere tornata in Sud Africa per completare gli studi, Alice decide di trasferirsi a Berlino. Il senso di libertà della città e le sue numerose contaminazioni musicali la avvolgono in un mondo creativo. Decide così di viaggiare in tutta la Germania, con una chitarra, un piccolo amplificatore e le sue già indiscusse doti musicali. Nel frattempo comincia a collaborare con artisti nel mondo del jazz acustico e dell’elettronica, incluso il poli-strumentista Matteo, che diventa il partner delle sue esibizioni live. ‘Momentum’ EP, realizzato in totale autonomia, vede la luce nel 2014 e, nonostante l’interesse da parte di etichette discografiche, Alice Phoebe Lou continua nel suo approccio DIY. Nel frattempo la sua community di fan cresce di città in città. Dopo aver passato due anni tra l’Europa ed il Sud Africa, ed essersi esibita in apertura ai concerti di noti artisti tra cui Rodriguez, nel 206 Alice pubblica ‘Orbit’, il primo album di studio, un disco dalle influenze jazz e dallo spirito vagabondo, arricchito con la sua voce da soprano. Prodotto da Matteo e Kyson, ‘Orbit’ è un pattern di suoni che rappresentano gli ultimi anni di viaggio di Alice Phoebe Lou, tra l’Europa ed il Sud Africa. A marzo 2019 l’artista pubblica, sempre in totale autonomia, ‘Paper Castles’, il secondo album di studio. Una voce da sirena racconta dei viaggi e delle avventure della giovane musicista e songwriter, tra melodie folk, blues ed accenni di elettronica. Un’unica occasione per vedere dal vivo la grazia di Alice Phoebe Lou, in concerto il 23 novembre al Circolo Ohibò di Milano. A seguire il party house/nu-disco del sabato sera milanese: Discoteca Paradiso. Appuntamento al 23 novembre.

Nicolò Carnesi fa parlare di sé fin dal suo esordio, poco più che ventenne, nel 2012. Di origine palermitana, in poco tempo attira le attenzioni di addetti ai lavori, stampa, musicisti affermati, discografici (fino a ottenere un contratto come autore per Warner Chappell) per la sua incredibile capacità comunicativa e un approccio ironico, personalissimo e disincantato alla quotidianità. Autore di canzoni dai testi acuti, sottili e cinici che viaggiano su sonorità elettroacustiche influenzate dalla tradizione italiana e dal british pop degli anni ’80, Nicolò Carnesi ha esordito con un album dalle molte sfaccettature, proponendosi ora come cantautore nella tradizione nazionale, ora come funambolico creatore di brani di blues elettronico, ora come autore lirico e contemporaneo. Dopo la pubblicazione del singolo “Il Colpo” e dell’EP “Ho poca fantasia”, Carnesi pubblica nel 2012 “Gli eroi non escono il sabato”, il suo primo album, arricchito dalla collaborazione con Brunori SAS nel brano “Mi sono perso a Zanzibar”. L’album conferma il suo eclettismo, quello che potrebbe diventare un vero e proprio marchio di fabbrica: Nicolò applica una continua rielaborazione dei diversi generi musicali in cui gli originali vengono svuotati della loro identità, smontati e ridotti a tessere per un collage di suoni, melodie e riferimenti. Segue un lungo tour con oltre 200 concerti in tutta Italia. Nel 2014 il secondo album “Ho una galassia nell’armadio” (Candidato al Premio Tenco 2014) vede la collaborazione di Tommaso Colliva alla produzione, synth e vibrafono, Roberto Angelini alla slide, Rodrigo D’Erasmo agli archi, i Selton alle ritmiche e Dimartino al basso. Segue un nuovo tour come special guest di Brunori SAS nei club più prestigiosi d‘Italia e oltre cento date che si festeggiano a Milano con un ultimo appuntamento insieme a le Luci della centrale elettrica, Dente e i Selton. Il terzo album – “Bellissima Noia” – arriva nel 2016 che conferma l’apprezzamento della critica, incantata dall’eleganza e dalla virtuosità dell’artista. Tra le molteplici collaborazioni del cantautore, si citano quelle con Brunori SAS, Lo Stato Sociale, Dente, Dimartino, Luci della Centrale elettrica, Appino (The Zen Circus). Nel giugno 2019 Nicolò Carnesi pubblica il singolo e video “Spogliati”, che vede l’amichevole partecipazione di Brunori SAS. Appuntamento al 24 novembre.

Gli ARTO sono un supergruppo formato da Luca Cavina (Calibro 35, Zeus!), Bruno Germano (Settlefish), Simone Cavina (Iosonouncane, Junkfood, Comaneci) e Cristian Naldi (Ronin, Fulkanelli). Torna sui palchi con un nuovo live show arricchito da visual ad hoc per presentare la nuova uscita discografica “O” (Dischi Bervisti /Sangue Dischi). A poco più di un anno dall’album di debutto, “Fantasma”, a cui è seguito un lungo tour culminato con una serie di aperture ai Daughters in alcuni tra i più importanti club europei, il nuovo lavoro testimonia lo stato di salute del sound cinematico e spettrale della band bolognese. L’EP contiene due lunghe tracce strumentali: “In Limine”, primo brano in assoluto mai scritto (uscito solo come videoclip su YouTube e mai inciso su nessun supporto), ed “En”, recente ed inedita composizione di cui si riconoscono alcune caratteristiche di sound del debutto discografico, ma declinate in una chiave più groovy e psichedelica. Due brani che tracciano l’evoluzione del suono degli ARTO: un punto di partenza e uno di arrivo, che chiudono un cerchio e al contempo aprono lo spiraglio per un nuovo capitolo. È infatti l’idea di circolarità a permeare “O”, a partire dall’Enso raffigurato in copertina, simbolo del perpetuo mutamento ciclico e dell’unione tra gli opposti. Appuntamento al 28 novembre.

Poco più di un anno è trascorso dal debutto di Federica Abbate come cantautrice con il suo EP “In foto vengo male”, uscito nel maggio 2018 via Carosello Records, anticipato da “Fiori sui balconi”, il primo singolo-manifesto che l’ha certificata artista emergente italiana più suonata dalle radio per oltre sessanta giorni. In una manciata di mesi da questo debutto Federica, da affermata autrice multiplatino, ha avviato la sua personale carriera da cantautrice raggiungendo subito prestigiosi traguardi – dalla vittoria al Wind Summer Festival nella categoria giovani, alla vittoria del premio della critica a Sanremo giovani 2018 – e diventando una delle artiste emergenti più seguite d’Italia con oltre 90.000 ascoltatori mensili su Spotify (oltre 3 milioni di stream per il suo primo EP) e più di 2 milioni e mezzo di views su YouTube. Dopo alcune anteprime del tour e il grande riscontro della doppia data milanese di questa primavera, Humble Agency annuncia oggi le prime date confermate dell’atteso FINALMENTE… IN TOUR che partirà il 16 novembre da Caserta e che toccherà anche le città di Milano, Perugia e Parma. Un’occasione per apprezzare dal vivo il talento e la personalità di uno dei nomi femminili di spicco degli ultimi mesi del panorama italiano, dotata di una vocalità potente e contemporanea, e dalla penna diretta e senza filtri. Una miscela vincente di pop, urban ed elettronica. Afterparty: Splendido Splendente, dancefloor italiano. Appuntamento al 29 novembre.

“Le fasi del sonno” è il primo disco di Laago! Laago! che poi vuoi dire suono in una lingua africana. Laago! che poi sarebbe una nuova band, ma è anche (e soprattutto) il nuovo progetto solista del trentenne romano Andrea Catenaro. Dopo due singoli pubblicati in autonomia (uno dei quali con il feat di Jason Lytle dei Grandaddy), gruppo di culto assoluto dell’indie americano tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000), si è accasato nella benamata 42 Records, per cui ha pubblicato i singoli “La notte e le idee” e “Dormi!”. “Le fasi del sonno” è un disco particolare, lontano dalle sonorità che sono in voga nella musica italiana del momento. Ma non è neanche un disco nostalgico. Ci sono le chitarre, vero, e c’è il grande amore per l’indie rock americano (l’album si apre con uno speech di Bob Nastanovich dei Pavement, scritto appositamente per i Laago!) e le melodie tipiche di certa musica britannica, ma tutto declinato in modo molto originale, morbido e volutamente psichedelico. “Le fasi del sonno” è un disco sul diventare grandi. Accettare che crescere significa diventare adulti e non solo invecchiare. Fare a pugni con le paure, le ansie e tutto quello che comporta dover fare i conti con la società che ci circonda. In apertura Calabi. All’anagrafe Andrea Rota, Calabi è un cantautore bergamasco, già attivo con i Plastic Made Sofa. Calabi, come il nome dello scienziato che più lo ha ispirato nella sua vita parallela dedicata alla fisica teorica. Andrea scrive libri per bambini e insegna loro la matematica attraverso il linguaggio universale dell’estetica. Qualcuno lo ha definito lo scienziato indie, dopo che i suoi brani sono stati inseriti nelle playlist Indie Italia e Scuola Indie. Autore di canzoni calde e avvolgenti, scritte alla chitarra e al piano e che in fase di registrazione si vestono di pop elettronico. A seguire il party house/nu-disco del sabato sera milanese: Discoteca Paradiso. Appuntamento al 30 novembre.

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