#piuomenosadXmas compilation: le canzoni giuste per il Natale più triste di sempre

A cura di: Renata Rossi

Non è questo il Natale che avremmo voluto.
Non è questo il Natale che avremmo immaginato, né quello che meritavamo.
Ognuno di noi ne desiderava uno diverso:

  • Una grande tavola addobbata, luci e candele accese, parenti tutti stretti stretti a scambiarsi regali, auguri, brindisi e abbracci
  • L’attesa della notte per poter far tardi con gli amici e bere fino al mattino
  • Il viaggio verso il sud, gli applausi al pilota o le chiacchiere con gli altri passeggeri e il loro volto sorridente all’arrivo
  • I concerti di Capodanno e la confusione attorno
  • I concerti nei piccoli club in cui riincontrare gli amici che lavorano fuori
  • Le pizzate tra ex compagni di scuola o tra cugini di primo, secondo e terzo grado
  • Il film di Natale in un Cinema super affollato
  • Le classifiche di fine anno
  • Il senso religioso del Natale o quello laico, altrettanto profondo e commovente

O magari niente di tutto questo, perché per qualcuno il Natale è triste e basta, più di ogni altra festa o ricorrenza, una sorta di conto alla rovescia verso l’alba di un anno nuovo, promessa di nuova vita e di speranze.

Vogliamo accontentare tutti con le nostre canzoni natalizie deprimenti, la nostra #piuomenosadXmas compilation, triste come l’anno che sta volgendo al termine, come la mancanza di libertà di questo periodo.

Vi aiuterà ad inzuppare il pandoro nelle vostre stesse lacrime, a tenere spente le luci dell’albero di Natale, a cercare il buio anche in fondo al vostro cuore!

 

 

Fabrizio De AndréLeggenda di Natale

“Leggenda di Natale” è un brano di De André del 1968 contenuto nell’album “Tutti morimmo a stento” e tratto dalla traduzione “Le pére Noël e la petite fille” di George Brassens.
Qui il cantautore genovese affronta un argomento ostico come quello della pedofilia: Babbo Natale, da sempre personaggio buono e dal cuore generososo, diventa un bruto che approfitta dell’innocenza e della tenerezza di una bambina.
I toni sono come sempre alti e poetici e utilizzano toni fiabeschi e onirici che innalzano la figura della piccola protagonista.

La canzone resta però un brano triste e malinconico che uccide il Natale e i sogni di un bambino riuscendoli a tingere di colori tetri e funerei.

 

E venne l’inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d’amore
e d’oro e d’argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni.

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