[SINGOLARMENTE] “City Porno” di Dheli

Piuomenopop per scelta editoriale non ha mai pubblicato contenuti su singoli. Ci siamo resi conto negli ultimi tempi che il momento particolare porta il mondo della musica a reinventarsi e a proporre diversamente i suoi contenuti…così abbiamo fatto anche noi 🙂
È per questo che nasce la rubrica SINGOLARMENTE, che non parla di album e live (e della seconda sappiamo perchè), ma delle piccole gocce che i vari artisti stanno rilasciando nel mare magnum della musica: i singoli.

 

Per il suo nuovo singolo, Dheli sceglie un titolo, una copertina e un immaginario volutamente provocanti. Lungi dall’essere un singolo “pornografico” o una mera trovata pubblicitaria (“sex sells”, recita un famoso detto del marketing), City Porno ci sbatte il sesso in faccia ma lo usa per portare avanti una metafora della società contemporanea. In un mondo in cui per ogni attività dobbiamo essere sempre e compulsivamente connessi, è inevitabile venire bombardati dai messaggi, dalle foto e dai post che ci raccontano ogni dettaglio delle vite altrui pure quando non stiamo attivamente scrollando la home di un social (“mi faccio i cazzi tuoi anche se non voglio”, dice più schiettamente Dheli nel brano). Così come inevitabile è il processo opposto, quello di sentirsi sempre in mostra, mettersi a nudo di fronte a occhi che giudicano e ai quali non si possono dare spiegazioni, massimamente rappresentato dal funzionamento algoritmico di un social come Instagram. È da questo che nasce l’immaginario del brano: la società contemporanea iperconnessa, di cui Instagram è un potente simbolo, ci mette costantemente in vetrina, come le donne nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, imponendoci l’accettazione di un canone di perfezione così alta, che a volte sentiamo che ci manca “un po’ di quella roba lì”, un po’ di naturalezza con tutti i suoi difetti, perché “la roba vera è quella più importante”, dice Dheli. City Porno continua la ricerca di Dheli all’interno del filone “future vintage”, l’innovativo genere musicale creato tramite “una sorta di sincretismo fra elementi sonori tipici della musica anni ’80 e le evoluzioni più recenti del panorama musicale, senza paura di spaziare (e di non lasciarsi rinchiudere) fra rap, dance, pop e rock”, qui modulato sulla base di un beat reggaeton.

Qui una mini intervista.

Da dove nasce la scelta di pubblicare un singolo in un momento così delicato dove non si può suonare dal vivo?

I sentimenti non si fermano e con loro neanche la mia musica per quanto mi riguarda. Ho deciso di continuare a pubblicare perché è importante continuare a portare avanti il proprio pensiero. Ovviamente elaborando alcuni testi in modo che rappresentino la situazione attuale, ma comunque non mi fermo!

Raccontaci un po’ di questo brano, quali sono le tematiche che lo hanno ispirato? 

City porno è un posto poco normale dove nessuno ha addosso un vestito. Un posto dove siamo completamente messi a nudo e di conseguenza dove siamo costretti ad accettare le cose per come sono realmente. Basta finzione, m’immagino un posto dove la perfezione non è più una cosa oggettiva ma diventa un obbiettivo e un limite soggettivo. Dobbiamo ritornare ad apprezzare un po’ la naturalezza delle cose, per quanto possano risultare imperfette.

Come è stato il lavoro di produzione in questo periodo? Avete dovuto lavorare da remoto? 

In realtà della parte di ” produzione ” l’unico momento che mi manca realmente è la parte di finalizzazione e correzione. perchè comunque io sono sempre stato abituato a produrre da solo e mi trovo con gli artisti solo nel momento in cui dobbiamo registrare le voci, o addirittura, se le voci se le registrano a casa, durante la fase di finalizzazione. Credo che molto spesso a produzione “aperta” vedersi con l’artista, sia per la maggior parte delle volte una cosa poco positiva. La stessa cosa vale per me, perché le voci le registro in casa mia quando mi arriva la strumentale.

Questo brano anticipa qualcosa? Uscirà anche un album nel prossimo futuro?

Per ora niente Album, ma questo Brano anticipa una serie di singoli. Il percorso è appena iniziato.

Cosa possono fare i tuoi ascoltatori per supportarti in questo periodo complicato?

Ascoltare, condividere ma soprattutto dare un giudizio, che sia positivo o negativo. farlo in privato o pubblicamente.. è uguale .. ma farlo. perchè criticare senza l’obbiettivo di far migliorare una persona non serve a niente. E noi artisti abbiamo bisogno di confronti e giudizi per migliorare il tiro della nostra musica e del nostro percorso.

 

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