[SINGOLARMENTE] “TERRA SENZA PIOGGIA” di Scatola Nera

© Camilla Bianchi

Piuomenopop per scelta editoriale non ha mai pubblicato contenuti su singoli. Ci siamo resi conto negli ultimi tempi che il momento particolare porta il mondo della musica a reinventarsi e a proporre diversamente i suoi contenuti…così abbiamo fatto anche noi 🙂
È per questo che nasce la rubrica SINGOLARMENTE, che non parla di album e live (e della seconda sappiamo perchè), ma delle piccole gocce che i vari artisti stanno rilasciando nel mare magnum della musica: i singoli.

 

“Terra senza pioggia” è una ballata divisa in quattro quadretti, in cui uomini, donne, monumenti e personaggi letterari si intrecciano e si scontrano nell’attesa che la vita ritorni, che le nuvole bagnino il suolo. L’atmosfera musicale è orchestrata da pianoforti preparati, saxofoni e intrecci di chitarra, che riprendono temi musicali scomparsi come il ragtime. Questi scampoli musicali sembrano riemergere da un passato mai esistito, che appare improvvisamente in un suono volutamente invecchiato, coperto da una patina di polvere e dal suono dei graffi diuna puntina. È il brano di presentazione di Scatola Nera e della loro archeologia musicale, presentata daun’overture che riecheggia lo swing e qualche fumosa sala da ballo, dove si insinua come uno spettro un profondosuono di Moog.
Il brano è stato registrato in presa diretta al Supermoon Studio e ha subìto un processo di invecchiamento in fase
di mixaggio.

Qui una mini intervista.

 

Da dove nasce la scelta di pubblicare un singolo in un momento così delicato dove non si può suonare dal vivo?

Abbiamo fatto l’amore in tempo di pace ed è nato un figlio sotto un bombardamento. La gestazione ha un termine limite, un momento che non può essere differito. Abbiamo fatto uscire questa canzone quando ce l’ha chiesto e quando ci è stato chiesto di farla uscire. Insomma, ci fidiamo della musica e delle persone che ci seguono. Sappiamo che prima o poi torneremo su un palco, ma questo c’entra poco con questo brano che aveva bisogno di nascere e di vivere nel suo tempo. Siamo fatalisti, non utilitaristi.

Raccontaci un po’ di questo brano, quali sono le tematiche che lo hanno ispirato? 

Non ci sono tematiche, al massimo suggestioni, ricordi e atmosfere. Siamo tutti d’accordo che una bella canzone non sia traducibile in concetti o in temi: per noi si tratta di inventare uno stato d’animo, non di descriverlo. Il testo si muove tra immagini e ricordi, ma non sapremmo dire se si tratti di temi o di ornamenti, di forme o di contenuti. C’è un titolo, si chiama “Terra senza pioggia” e pensiamo che questo sia la tematica, se così si può chiamare. Che cosa vi fa venire in mente?

Come è stato il lavoro di produzione in questo periodo? Avete dovuto lavorare da remoto? 

Per quanto riguarda questo brano, la risposta è no: lo abbiamo terminato prima dell’inizio della pandemia. Più in generale, c’è stato un momento di rassegnazione e poi di adattamento che ci ha suggerito di concentrarci sul nostro lavoro individuale. Ognuno di noi ha lavorato ai proprio progetti: c’è chi ha scritto, chi ha fatto produzioni e chi ha semplicemente sfruttato quest’anno per ascoltare e studiare. Non siamo disposti a gestire il nostro lavoro creativo a distanza; quando sarà il momento, vedremo come sarà cambiata la nostra musica, ci conosceremo un’altra volta e sarà interessante farlo.

Questo brano anticipa qualcosa? Uscirà anche un album nel prossimo futuro?

Questo brano anticipa un album. Lo pensiamo come un frammento di un progetto unitario, come un primo spiraglio aperto su un paesaggio e ogni brano che uscirà nei prossimi mesi sarà un indizio. Il disco arriverà in autunno: immaginiamo la sua uscita come il finale di un giallo.

Cosa possono fare i tuoi ascoltatori per supportarti in questo periodo complicato?

Spesso ci chiediamo cosa possiamo fare noi per loro.

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