Rock’n’roll robot! Intervista a Jacopo Nacci e a Jacopo Mistè

Settimo Round: il futuro degli Anime Robotici

– Siamo partiti negli anni ’70 dai Robottomono, dai prodotti per bambini per arrivare, con la terza generazione di grandi registi dell’animazione, quella per intenderci di Hideaki Anno, a serie che hanno finito con l’appassionare un pubblico assai più maturo. Verso dove va ora il genere robotico?

J-Nacci: Onestamente non ho proprio un’idea mia a riguardo.
In questo momento sto guardando altrove, e temo si capisca anche dal fatto che nella risposta sulle musiche non ho considerato che stessi parlando di anime esclusivamente robotici :D.

J-Mistè: Verso la morte, considerando che è agonizzante. Forse si può anche già definirlo defunto. I grandi registi
sono artisticamente morti: Tomino e Takahashi sono vecchi e stanchi e a riposo, Imagawa ha i produttori che non gli fanno fare più nulla, Taniguchi dopo la sfilza di capolavori del primo decennio del nuovo secolo ha perso lo smalto. Quelli nuovi non hanno raccolto la gloriosa eredità, specie dopo che le nuove mode e tendenze otaku (gli harem anime, il moe, i personaggi fatti con lo stampino per quello che riguarda l’aspetto fisico e il carattere e replicati in mille varianti) hanno distrutto la personalità del genere portando all’omologazione e all’appiattimento estetico e narrativo. Fino al 2010 circa abbiamo ancora avuto titoli di spessore. Poi, il nulla assoluto. Anche le saghe mecha si trascinano nelle banalità e nei fiacchi riaggiornamenti di opere passate. La saga di Macross, estetica e high budget a parte, fa schifo sin dall’inizio degli anni Novanta nonostante venda sempre tantissimo nel home video e nei CD; Gundam ormai vive di mecha porn, drammoni risibili e commercialate inutili (Gundam – The Origin e Gundam Thunderbolt docet): tutto quello che insomma disgustava Tomino. Unica eccezione il pregevole, coraggioso e innovativo Gundam – Iron-Blooded Orphans, che però è stato un flop e che quindi non avrà seguito, a conferma che non puoi proporre tematiche nuove a un pubblico che vuole solo vecchiume tirato a lucido e chiamato con nomi diversi. Ormai l’animazione mecha – ma non solo – serve solo a dare agli otaku le solite cose: belle ragazze su cui fare fantasie erotiche, robot iperdettagliati su cui si concentra tutta l’attenzione della storia, banalità, azione e ricettacoli otaku. Non ci si poteva aspettare diversamente dopo che da Evangelion in poi si è arrivati all’animazione rivolta quasi esclusivamente agli otaku e non più al grande pubblico. Si peggiora di anno in anno e si peggiorerà ancora di più, c’è poco di cui essere speranzosi. Meglio vivere di passato e non aspettarsi niente dal futuro, il trend questo è.

 

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