CESARE MALFATTI
I CATARI DI MONFORTE A MILANO
Riff Records
A cura di Renata Rossi
TRACKLIST:
1. Credo (05:15)
2. Possibilità (02:58)
3. Al Castello Del Sir (04:46 – primo singolo)
4. Davvero Non Sappiamo Cos’è (04:21)
5. Un Romeo In Lacrime (02:56)
6. Dio Dov’è (04:33)
7. Milano La Notte (04:01)
8. Una Casa (04:26)
9. Altrove (03:19)
10. Non Capirai (03:56)
11. Da Monforte Persona Non Viene A Monforte Persona Non Va (04:42)
12. Un’Eresia (03:05)
Dopo “A Temporary Lie” con Georgeanne Kalweit (Marzo 2022) e “Turn To See Me” di The Dining Rooms (Aprile 2022), Cesare Malfatti ritorna con un suo progetto solista: il 23 settembre è uscito il suo nuovo disco ispirato all’opera “I Catari di Monforte”.
Ancora una volta come quattro anni fa in “La Storia è adesso” (qui la nostra recensione), protagonisti sono la storia e la famiglia del cantante. Nel disco precedente Malfatti parla della vita di un suo antenato, Valeriano Malfatti, podestà di Rovereto per quarant’anni, dal 1880 al 1920. I Catari di Monforte a Milano invece trae origine da una ricerca del nonno materno, chiudendo così in un certo senso un cerchio che riguarda la famiglia del cantautore milanese.
Diversi sono stati i moti di contestazione contro la chiesa e i suoi princìpi durante l’epoca medioevale, ma il fascino dell’eresia catara di Monforte d’Alba, terminata nel 1028 con il rogo in Corso Monforte a Milano, è dovuta al fatto che è stata una delle prime eresie catare, dei primi stermini religiosi.
Questa storia, come altre che riguardano i credo e le ribellioni verso i dogmi cristiani, sono state nei secoli nascoste dalla stessa religione cattolica che ha cercato in tutti i modi di occultare le notizie avvolgendo spesso le storie nel mistero.
Il saggio sui Catari pubblicato per la prima volta nel 1979 da Domenico Garelli, nonno di Malfatti, è stato oggi aggiornato e pubblicato in una nuova edizione, “Monforte d’Alba Storia Di Un’Eresia”, affiancata dalla musica del cantante.
I testi, tutti ispirati alla storia dei Catari, si avvalgono del prezioso aiuto di diversi musicisti.
Tra questi: Giulio Casale, Gianluca Massaroni, Luca Lezziero, Dany Greggio, Luca Morino, Alessandro Grazian, Luca Gemma, Giuseppe Righini, Angelo Sicurella, Vincenzo Vasi, Alex Cremonesi.
Come già in precedenza, Malfatti si avvale del supporto vocale di Chiara Castello capace di creare preziosi tessuti sonori e di dare spessore alla linea melodica del cantante. Il singolo “Al Castello Del Sir”, pubblicato il 25 Luglio, il cui testo è stato estratto da un poemetto incompiuto di Giovanni Berchet, è stato invece composto ed eseguito insieme al chitarrista classico Filippo Corbella.
Malfatti ha un suo modo di cantare raffinato ed elegante che avvolge di fascino e magnetismo i suoi brani. Il nuovo lavoro unisce e dosa bene il gusto per l’elettronica a quello per il rock, l’immagine, il sogno e la realtà.
Grazie a quest’album riusciamo ad entrare dentro la storia, a catturare il nostro passato e a farne tesoro. Ne apprendiamo le incongruenze, percorriamo amaramente gli errori che l’uomo ripete, sempre, imparando poco o niente dall’esperienza. Le diversità, le ribellioni, gli allontanamenti da un qualche credo religioso, politico, spaventano e vengono combattuti ancora oggi. In I Catari di Monforte a Milano i brani sono morbidi, aperti, capaci di creare atmosfere rarefatte, di suscitare emozioni cangianti in cui talvolta a prevalere è la malinconia, altre la rabbia, altre ancora la speranza.
Crepuscoli dell’anima, tensioni che non riescono a sciogliersi, immagini poetiche, questo regala uno dei brani che colpiscono di più, Davvero non sappiamo cos’è, con l’emozionante testo di Luca Gemma. Una ritmica sostenuta accompagna invece Dio dov’è, l’urlo soffocato dell’eretico che deve scegliere tra la fine e la vita, tra la verità e la salvezza. Milano La Notte con un vortice elettrico che attraversa l’intero brano è invece probabilmente il brano che più di altri rivela il passato rock del cantante, per anni anima dei La Crus e per un breve periodo degli Afterhours.
Cesare Malfatti ci ricorda ancora una volta l’importanza della nostra storia nel modo in cui gli è più congeniale, con estrema delicatezza e con la poesia dei suoi versi: I Catari di Monforte a Milano è una condanna ogni tipo di violenza, di distruzione, di guerra, un grido che condanna gli assolutismi, l’avidità dell’uomo, la sua mancanza di tolleranza e di amore verso il prossimo.