INRI ON THE ROCKS: intervista ai La Colpa e Liede

Interviste a cura di Renata Rossi

 

 

Lo scorso 21 novembre si è realizzato a Milano in occasione della Milano Music Week un evento speciale  dedicato all’Universo INRI. Il rock ha visto come protagonisti all’Hoibò i Bar Ponderoso (qui la recensione dell’album) e i La Colpa con l’introduzione di Liede e Stag. La restante parte della notte presso l’ Apollo è stata invece dedicata alla parte “più disco” dell’etichetta con il dj set degli EX Otago, e degli Egokid e i live de Lemandorle e DIVA.

Noi, incuriositi dalla loro musica, abbiamo pensato di conoscere meglio alcuni di questi artisti, in particolare i La Colpa e Liede.

La Colpa è una rock band milanese attiva dal 2013, anno in cui si fa conoscere grazie all’ep “MUTUO PERPETUO”. L’ultimo album, “Controumano” vede un cambio di formazione e tre lunghi anni di lavoro per un album registrato in presa diretta, in un’unica stanza e senza metronomo e supervisionato da Alessandro Camagni alla produzione.

Liede è Francesco Roccati, cantautore torinese. Il suo disco d’esordio “Stare Bravi” è uscito a novembre 2016 e ha dato inizio a un’intensa attività live. Da pochi giorni è uscito il nuovo singolo “Lasciami provare così”.

 

Intervista ai LA COLPA

 

Innanzitutto vorrei mi spiegaste il titolo dell’album, cosa significa “Controumano”?

Dunque “CONTROUMANO” vuole essere un gioco di parole che racchiude il senso di un umanità che al giorno d’oggi sembra voler a tutti i costi muoversi al contrario: “contromano”.

Il vostro EP è stato registrato in presa diretta. Come mai questa scelta?

Abbiamo deciso di registrare in presa diretta, ovvero tutti insieme in un’unica stanza. Non abbiamo neanche usato il metronomo per rendere il più reale possibile quella che è l’essenza della band . Il nostro punto di forza è il palco, il live show, quindi ci è sembrata la soluzione più ovvia.

Come nasce la collaborazione con INRI?

Per puro caso il nostro precedente disco “Mentre Guardi alla Germania” è finito nel lettore cd del furgone dei LINEA77 e viene ascoltato dalla band, da lì è partito tutto!

Nei vostri brani si nota una grande attenzione ai testi. Nella vostra musica cosa nasce prima, la musica o le parole?

Il testo di una canzone è l’essenza stessa di essa. Non si tratta di aver particolare attenzione nello scrivere un testo, quanto l’esigenza di voler raccontare qualcosa; di avere qualcosa da dire e di usare la musica come mezzo per farlo. Non saprei dire se abbiamo una formula prestampata, a volte nasce tutto da una parola, altre da una musica, altre da un ragionamento fatto a tavolino.

“Controumano” rivela una certa insofferenza, di cosa si tratta? Quanto pensate sia giusto, per un’artista, esporsi dal punto di vista politico e sociale?

“Controumano” è un insieme di stati d’animo, i nostri stati d’animo. Tu ci vedi insofferenza altri malinconia, rabbia, persino gioia, non esiste giusto o sbagliato. Quando ci si espone politicamente o socialmente non c’è premeditazione, lo si fa mossi da un istinto che ci suggerisce che è la cosa giusta da fare.

Com’è suonare dal vivo? volete raccontarci qualche aneddoto legato al vostro tour?

Bè suonare dal vivo è tutto per noi, è una vita fatta di palchi furgone e alberghi. Ci sarebbero mille storie da raccontare ma tra quelle che si possono raccontare pubblicamente mi viene in mente quella volta che suonammo all’Arezzo Wave e ci misero a dormire in un convento che sapeva poco di convento anzi sembrava di stare nel videogioco “RESIDENT EVIL”, beh quella è stata una lunga, lunghissima notte.

Quali sono gli artisti che ispirano di più la vostra musica?

Ognuno di noi ha i suoi e per fortuna abbiamo tutti gusti diversi che variano dai Foo Fighters ai Red Hot passando addirittura al neo melodico, insomma ne abbiamo di tutti i gusti…

 

Intervista a LIEDE

 

“Lasciami provare così”, il tuo nuovo singolo parla d’amore, un sentimento difficile, quasi mai corrisposto. Nessuno si stancherà mai di canzoni che parlano d’amore, è così?

Credo di sì, nessuno di stancherà mai di canzoni d’amore. Ma non credo sia il motivo, almeno non l’unico, per il quale vengono scritte. Alla gente piace (serve/deve?) innamorarsi, la gente ha successo in amore, la gente fallisce gravemente in amore, la gente ama ritrovarsi nelle canzoni d’amore, che gli sia andata bene o meno. Terapeutico in entrambi i casi.

Il nostro “mondo virtuale” influisce, secondo te, nel modo di vivere i sentimenti? Si perdono un po’ i contatti umani, l’importanza di un abbraccio, dello stare insieme, non trovi?

Sì, assolutamente. Non vuol dire che si ami meno però. E’ cambiato il modo. Mi piace poi credere che social e smartphone ci abbiano così cotto il cervello che quando riusciamo a stare insieme a cucinarci una cena, ad abbracciarci, a volerci bene offline, ecco voglio credere che tutto questo forse ora lo sentiamo più di prima. Perchè ci manca.

A che punto è il nuovo album? Dobbiamo aspettarci qualcosa di diverso da quello che abbiamo iniziato a conoscere col singolo? Puoi darci qualche anteprima?

Ho molti pezzi dei quali sono convinto al 100%. Quindi è davvero a buon punto il nuovo album, ora è solo questione di scegliere i prossimi singoli e quando farli uscire. Il primo è un buon punto di riferimento in generale per il sound del disco, ma in realtà c’è dell’altro, c’è più varietà di come la sto raccontando adesso. Per le anteprime seguitemi su instagram e facebook nei prossimi giorni (emoticon simpatica/diavoletto).

Suonare a Milano con altre band, aprire i concerti di importanti musicisti. Quanto pensi che la collaborazione con altri artisti, l’energia che si sprigiona dal vivo possa essere importante?

E’ importante al massimo livello, ovvio. Tutte le belle avventure live che ho vissuto da novembre 2016 ad oggi hanno fatto sì che io potessi permettermi di sognare di farlo per davvero, e tornare con un secondo disco. E, più in generale, più tempo stai su un palco davanti a un pubblico -spesso e volentieri non tuo, e cerchi di conquistarlo quel pubblico- e prima impari a fare questo mestiere.

Quali sono i tuoi punti di riferimento musicale? Con quale artista ti piacerebbe collaborare?

Nello scrivere questo nuovo disco non ho preso punti di riferimento musicale precisi, perlomeno non appartenenti alla scena attuale. Poi si possono notare somiglianze, come io stesso trovo quando ascolto i lavori dei colleghi appena escono. Credo sia normale paragonarsi, mettersi a confronto. Poi abbiamo tutti l’ orecchio attento e avvelenato, quindi…

Ci sono molto artisti coi quali vorrei collaborare, bere due bottiglie e sedermi dietro il mixer. Tra tutti forse oggi ti direi Frah Quintale, col quale ho avuto il piacere di condividere il palco a Milano. E’ talentuosissimo, mi piacerebbe mischiare parole e musica con lui e vedere cosa potrebbe nascerne.

Tante date su e giù per l’Italia. Il ricordo più bello legato a un tuo concerto? Come cambia l’approccio della tua musica dal vivo rispetto al disco?

Un bellissimo ricordo che mi viene in mente ora (non so se il più bello perchè ce ne sono davvero tanti) è aver sentito cantare e richiedere i miei pezzi tra il pubblico di Napoli durante una delle mie aperture agli Ex-Otago l’altro autunno. Ovviamente speravo che qualcuno conoscesse qualche mio pezzo, di non essere completamente sconosciuto a tutti. Ma lì mi ha colpito particolarmente. Sia per la lontananza da casa, sia per il fatto che non avevo mai suonato in quella città prima. Spero di tornarci presto, con tutta la band e un disco nuovo da far conoscere e amare.

Dal vivo, fatta eccezione per gli acustici, ho sempre cercato di replicare il più fedelmente possibile il disco. Quando ti piace un lavoro che hai fatto credo sia normale. Poi è evidente che il live sia da arrangiare proprio in quanto tale, e così ho fatto anch’io coi ragazzi…ma di base siamo fedeli alla linea, e la linea è quello che è inciso. Il fattore che cambia tutto nella musica tra i live e l’ascolto di un cd, è proprio il microcosmo “concerto” proprio dei live. Si lavora tutto il giorno, si suda, si caricano e scaricano furgoni, c’è attesa, c’è aspettativa, c’è presa bene e agitazione. E’ la parte più bella di tutta la questione musica, senza dubbio, e mi manca parecchio, non vedo l’ora di ripartire.

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