Il mondo della musica e dei sogni non si fermerà mai: intervista ad Adriano Viterbini (I Hate my village)

© Paolo De Francesco

A cura di Renata Rossi

I Hate my village

Gibbone

(La tempesta international)

TRACKLIST

1. Yellowblack
2. Gibbone
3. Ami
4. Har Disk Surprize

I Hate my village sono il supergruppo formato dal chitarrista romano Adriano Viterbini, anima dei Bud Spencer Blues Explosion, Fabio Rondanini batterista di Calibro 35 e Afterhours,  Marco Fasolo dei Jennifer Gentle e Alberto Ferrari dei Verdena.

Il 6 agosto è uscito per La Tempesta International l’EP “Gibbone”.
L’Ep, registrato in presa diretta, conserva quell’atmosfera istintiva e sanguigna del disco d’esordio, di cui vi parlavamo qui. Allora ci avevano colpito la sferzata di energia che si sprigionava da ogni singolo suono, le sensazioni di libertà e  di sensualità che venivano fuori da questo coinvolgimento di artisti e anime diverse.

Tutto questo è oggi ancora presente, le quattro tracce sono vive e, se Yellowblack, singolo e brano iniziale, è un continuum col passato, Gibbone esplora nuove strade, fa riemergere orizzonti nascosti, e l’intero lavoro è eterogeneo, vive della musica africana e del suo colore, spostandosi d’improvviso su suoni distorti, e finendo in estasi psichedelica.

Il segreto è essenzialmente quello di affidarsi a quattro grandi musicisti che hanno una gran voglia di divertirsi e di giocare coi suoni.

Abbiamo pensato di farci raccontare qualcosa in più da Adriano Viterbini, ecco cosa ne è venuto fuori…

 

 

Innanzitutto in bocca al lupo per il nuovo album e il nuovo tour. Esce oggi 6 agosto, “gibbone” il vostro nuovo Ep. Come si è evoluto il vostro progetto, cosa è cambiato rispetto all’esordio?

ADRIANO: W il lupo! i hate my village è un luogo magico che abbiamo coltivato, dove sperimentare, condividere, imparare, vivere esperienze nuove. Il nostro incontro è mutevole come uno stormo di uccelli che cambia continuamente forma, ma insieme. Oggi sappiamo di aver costruito qualcosa di bello, e che qualcosa di interessante si nasconde sempre dietro l’angolo, il nostro compito è arrivare a scoprire cos’è e magari tentare di spostare l’ asticella sempre più in alto, ma senza troppa consapevolezza, un po per caso.

 

Siamo incuriositi dal titolo dell’EP. Perché gibbone? Cosa vi piace di questo animale e cosa rappresenta?

ADRIANO: l’ep si intitola Gibbone perché il brano forse più rappresentativo è appunto Gibbone. 10 minuti di musica nata da un incontro in cui Fabio e Marco hanno cominciato a costruire jammando una tessitura ritmica impossibile, zoppicante, ed irresistibile, registrata su cassetta . Io non ho fatto altro che inserirmi in alcuni punti, ampliando il paesaggio con il primo guitarsynth della storia (anni70). Per Gibbone, intendiamo quella voglia di uscire dalla gabbia e sentirci liberi.La copertina dell’ep è stata disegnata da Scarful, l’artista che ha già disegnato la copertina del nostro primo album.

 

Questa maledetta pandemia ha influito su ciascuno di noi, se non altro ci ha fatto fermare, ci ha portato ad interrogarci sulle nostre vite, sul significato delle nostre scelte e di come queste possano influenzare chi ci sta vicino. Mi pare proprio di capire che voi non vi siete mai fermati, né tantomeno il Covid ha annebbiato in alcun modo la vostra creatività.Pensate, tuttavia, che abbia potuto influire in qualche modo sul disco?

ADRIANO: questo ep è stato registrato mesi prima della pandemia, e già dal primo ascolto eravamo certi che avrebbe avuto senso pubblicarlo prima o poi; una performance ed un sound talmente sorprendente e organico, ricco di spunti e genuino che sarebbe stato un peccato ritoccare troppo, o far diventare qualcos’altro. E’ stato molto importante pubblicare qualcosa di cosi fuori da ogni regola, fuori dal gioco, cercando creare un ascolto attivo e consapevole da parte del pubblico.

 

Il modo di vivere i concerti è cambiato: distanziamento, sedie che sostituiscono il pogo, mascherine. Cambierà l’approccio dei vostri live? Sarà un live più ”formale”, meno improvvisato, o sarà messa a dura prova la capacità del pubblico di restare seduto sulle proprie sedie?

ADRIANO: daremo il massimo come sempre, ma ci sarà qualcosa di più, legato appunto alla modalità di ascolto, che scopriremo tutti insieme. Dal vivo suoneremo tutto il nostro repertorio, cercando di connetterci con il nostro pubblico, improvviseremo ogni sera, ed ogni sera sarà’ un esperienza diversa per tutti. Durante il primo tour la gente alla fine del concerto saliva sul palco insieme a noi, questo non accadrà nel tour di Gibbone, ma saremo ugualmente collegati e sullo stesso piano, band e pubblico.

 

La prima sorpresa del disco è stato Yellowblack, il vostro singolo uscito a giugno. Il video è molto particolare e racconta una sorta di fiaba in bianco e nero. Come nasce la collaborazione di Cosbru?

ADRIANO: Yellowblack è il brano che fa da collante tra il primo disco/ep ed il secondo ep (gibbone) ed è un brano cinetico in pieno stile i hate my village, una sorta di afro pop psichedelico. Quando pensavamo al video, eravamo tutti d’accordo sul fare qualcosa in cui non ci fosse la band, magari realizzato con dei disegni. Grazie ad amici comuni abbiamo contattato Cosbru che ha realizzato il video, utilizzando una tecnica molto simile alla nostra modalità’ musicale. Tutto a mano, con pazienza e velocità, e capacita di vedere oltre, immettendo elementi originali e suggeriti da noi ihmv, creando questa specie di racconto visionario, un po’ buffo, che ci è piaciuto immediatamente.

 

Siamo curiosi di sapere se avremo il privilegio di ascoltare nuova musica anche da parte delle vostre band di riferimento, o se magari siete coinvolti in altri progetti interessanti. Diteci un po’…

ADRIANO: noi tutti siamo costantemente al lavoro, il mondo della musica e dei sogni non si fermerà’ mai.

 

I Hate My Village sono in tour, di seguito le prossime date:

03 settembre – Roma Spring Attitude Festival
04 settembre – Marina di Eboli (SA) Barezzi Summer Anteprima
05 settembre – Putignano (BA) Farm Festival
06 settembre – Bologna SUNSHINE SUPERHEROES

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